Tour enogastronomico in Toscana

Consigli pratici e suggerimenti utili per partire per un tour enogastronomico nel cuore della Toscana e scoprire i sapori e i profumi tradizionali del territorio.


Tour enogastronomico in Toscana: 8 spunti e suggerimenti utili



Un tour enogastronomico in Toscana è un viaggio suggestivo ed emozionate, che invita gli amanti della buona tavola e del buon vino a immergersi in un’esperienza totalizzante e multisensoriale, alla scoperta delle eccellenze culinarie e vinicole della regione. La Toscana, infatti, con la sua affascinante ricchezza culturale e paesaggistica, si erge come una delle mete più ambite per questo genere di attività, attirando con la sua rinomata tradizione culinaria viaggiatori da ogni parte del mondo.
I turisti che intraprendono un tour enogastronomico in Toscana di 2 giorni o più vengono avvolti da una sinfonia di sapori, aromi e panorami, guidati da esperti sommelier, chef e guide locali che con passione svelano i tesori nascosti del territorio. Ma qual è l’itinerario enogastronomico in Toscana più interessante di tutti? Quali sono le attività connesse a questa nuova forma di turismo? Ecco alcuni consigli per un weekend enogastronomico in Toscana davvero indimenticabile.


Tour enogastronomico in Toscana: le strade dei vini



Molto apprezzato è il tour enogastronomico nella regione del Chianti, lungo la strada panoramica Chiantigiana che collega Firenze e Siena e che si snoda attraverso la maestosa campagna toscana, tra floridi vigneti e borghi da fiaba come Castagnoli, Greve in Chianti e San Gimignano.
Un altro tour enogastronomico in Toscana di 2 giorni da non perdere per chi ama il buon vino è quello che prevede una giornata a Montalcino e una giornata a Montepulciano. Questi due borghi medievali, che distano meno di un’ora di macchina l’uno dall’altro, sono autentici gioielli incastonati tra le lussureggianti colline, e offrono un viaggio indimenticabile alla scoperta dei sapori e delle tradizioni di una volta.
A Montepulciano, famosa per il Vino Nobile, il tour enogastronomico in Toscana si arricchisce di ulteriori delizie. La città vanta splendidi palazzi rinascimentali e suggestivi vicoli, tra cui spicca Piazza Grande, teatro di eventi storici e culturali di grande risonanza. A Montalcino, cuore pulsante del celebre Brunello di Montalcino, i visitatori avranno l’opportunità di visitare le antiche cantine, come quelle di Banfi, di esplorare la Fortezza di Montalcino, maestoso baluardo del XIV secolo, che regala una vista panoramica spettacolare sul paesaggio circostante, o di degustare i migliori prodotti tipici locali in una bottega d’altri tempi, come l’Enoteca.


Tour enogastronomico a Montalcino: partenza dal Castello Banfi Wine Resort



Nei pressi di Montalcino sorge anche il prestigioso Castello Banfi Wine Resort, un’oasi di tranquillità e pace circondata da vigneti, e luogo ideale in cui soggiornare per un tour enogastronomico a Montalcino. Qui, oltre a vivere la magica esperienza di soggiornare in un autentico castello medievale, avrete l’occasione di scoprire le prelibatezze culinarie della Toscana, di esplorare antichi borghi e di rilassarvi lontano dal caos cittadino, grazie alla vicinanza del resort ai principali punti di interesse per un tour enogastronomico della Toscana e alle numerose attività ad esso connesse.


Visita alle cantine



La cantina, che apre le proprie porte ai cultori del vino, è la zona più intima di ogni azienda vinicola, il suo cuore pulsante dove, come nel caso delle Cantine Banfi, la varietà e l’eccellenza delle uve viene preservata ed esaltata grazie alla fusione di tecnologie di ultima generazione, sperimentazioni tecniche e sapere tradizionale.
È possibile optare per una visita mattutina con pranzo o una visita pomeridiana con cena, costituita da un menu degustazione con diverse portate. Oppure, se preferite un tour privato, avrete la possibilità di visitare, oltre alla cantina, anche i vigneti e la prestigiosa Balsameria, dove si produce il rinomato Condimento Balsamico Etrusco; una degustazione guidata di tre delle migliori etichette e un pranzo con menu degustazione di 4 portate presso il ristorante La Taverna.


Degustazione e Wine Bar



Per gli intenditori, un tour enogastronomico della Toscana segue soprattutto la strada della degustazione dei vini. Offriamo diversi menù degustazione di vini tematici, che vi faranno innamorare dell’incredibile varietà del Sangiovese o che vi porteranno con l’olfatto e con il gusto in un viaggio tra i sapori autentici della Toscana e del Piemonte.


Cena stellata



Se siete alla ricerca di un luogo dove mangiare durante il vostro tour enogastronomico in Toscana per poter gustare le prelibatezze locali preparate ad arte secondo la tradizione, ma anche di un’esperienza all’insegna del lusso, della cortesia e dell’arte dell’ospitalità, vi consigliamo di prenotare una cena stellata al Ristorante La Sala dei Grappoli, presso l’incantevole Castello Banfi.
Week end enogastronomico in Toscana: non solo cibo e vino
Ma un percorso enogastronomico in Toscana non è legato esclusivamente al cibo e al vino, ma anche al relax, alla cultura e alla conoscenza del territorio. La tradizione culinaria infatti è profondamente legata alla storia dei borghi e delle città, e solo visitandoli è possibile comprendere la vera origine dei piatti più prelibati.
Durante il vostro weekend enogastronomico in Toscana potete dedicare qualche ora al relax presso le terme di Bagno Vignoni, un borgo unico al mondo che ospita una vasca termale ad accesso libero al centro della piazza principale; esplorare il Monte Amiata con i suoi suggestivi itinerari di trekking; o visitare l’incantevole Abbazia di San Lorenzo al Lanzo, nota anche come Badia Ardenghesca, nel comune di Civitella Paganico.

10 piatti tipici di Siena da provare

Ecco quali sono i piatti tipici di Siena da provare assolutamente e quali vini abbinare per un’esperienza enogastronomica tradizionale toscana.

 

I piatti tipici di Siena che devi assolutamente assaggiare

 

A Siena, le tradizioni culinarie si intrecciano con la storia millenaria della città, regalando un’esperienza gastronomica davvero unica. I piatti tipici di Siena infatti rappresentano una preziosa testimonianza delle sue radici e della sua cultura e ogni boccone è un viaggio nel tempo, un assaggio di tradizione tramandata di generazione in generazione.

 

Prodotti tipici di Siena:

 

Antipasti secondo la tradizione

 

I prodotti tipici di Siena sono legati alla ricchezza del suo territorio, alla fertilità del suolo e soprattutto alla cura degli allevatori che allevano bestiame di prima scelta e seguono passo dopo passo l’intera filiera alimentare, così da portare in tavolo solo prodotti genuini, molti dei quali godono di denominazione di origine protetta (DOP) o di indicazione geografica protetta (IGP). Formaggi, vini e salumi sono infatti veri e propri capolavori sensoriali che catturano l’anima autentica di Siena, offrendo una sinfonia gastronomica senza pari.

 

Pecorino di Pienza

Il pecorino di Pienza, un formaggio a pasta dura e crosta naturale, incanta con la sua complessità gustativa, derivante dall’utilizzo di latte pastorizzato di pecore allevate allo stato semibrado. Per apprezzarne appieno il gusto, un Brunello di Montalcino si fa complice ideale, grazie alla sua struttura elegante e ai sentori di frutta matura.

 

Finocchiona

La finocchiona è un salume tipico del territorio senese; con la sua carne di maiale delicatamente speziata e l’aroma avvolgente dato dalla presenza di semi di finocchio e vino rosso, è un vero piacere per i sensi, in grado di stuzzicare anche l’appetito del celebre Niccolò Machiavelli. Accompagnarla con un rosso toscano, ricco e corposo, esalta la sua sapiente fusione di sapori.

 

 

Primi piatti tipici di Siena

 

I primi piatti tipici di Siena rientrano appieno nella tradizione culinaria Toscana che si basa principalmente sulla preparazione artigianale della pasta fresca all’uovo, sia allungata come le pappardelle, sia ripiena, come ravioli e tortelli.

 

Pici al ragù di cinghiale

Se siete in visita in città e vi state chiedendo cosa mangiare a Siena, i pici al ragù di cinghiale sono una scelta che accontenta anche i palati più esigenti: l’armonia tra un tipo di pasta estremamente caratteristico e un condimento dal sapore forte e deciso sapranno creare una perfetta sinfonia di gusto.

 

Gnudi

Gli gnudi senesi sono un piatto della cucina tipica senese tra i più sfiziosi e originali, una rivisitazione dei classici tortellini o gnocchi ripieni. Il termine “gnudi” (che in italiano significa “nudi”) si riferisce al fatto che questi bocconcini non hanno la classica sfoglia di pasta all’esterno, ma sono costituiti solo da un ripieno di spinaci, ricotta, uova, parmigiano, farina e spezie, amalgamati insieme a formare delle deliziose palline.
Solitamente, gli gnudi vengono conditi con burro fuso e salvia o con una semplice salsa di pomodoro. Il risultato è un piatto delizioso, delicato e raffinato che esalta la genuinità degli ingredienti utilizzati e riflette l’essenza della tradizione culinaria senese.

 

 

Secondi piatti tipici senesi

 

Ma la cucina tipica di Siena esprime al meglio la sua unicità e il suo carattere distintivo nei secondi piatti, e nelle carni in particolare. Sebbene la carne sia infatti rinomata in tutta la Toscana, è in questa città che la tradizione ha elaborato le ricette più intriganti.

 

Costine di cinta senese

Tra i secondi piatti tipici senesi spiccano le costine di cinta senese, una carne derivante da una razza suina antichissima originaria proprio della Toscana, unica al mondo, al punto da aver ottenuto la denominazione di origine protetta. Avvolte da un sottile velo di sapori inebrianti, queste costine offrono un’esperienza gustativa senza pari. La carne, tenera e succulenta, si fonde con note di selvaggina e sentori di erbe aromatiche, deliziando i palati più esigenti.

 

Trippa alla senese

Anche la trippa alle senese è, come suggerisce il nome, uno dei piatti tipici di Siena più apprezzati dai turisti. Il segreto della sua bontà è racchiuso non solo nella scelta di ingredienti di qualità con cui condire la trippa (pomodori freschi o passata di pomodoro, cipolla, carote, sedano, aglio, prezzemolo e un mix di erbe aromatiche), ma soprattutto nella cottura lenta e paziente, che permette di amalgamare sapientemente i sapori, ottenendo una salsa ricca e densa.

 

Scottiglia

La scottiglia è un gustoso stufato di carne che rientra a pieno titolo tra i secondi piatti tipici di Siena e della Toscana in particolare, dato che la sua ricetta originaria affonda le radici nelle antiche tradizioni contadine della zona. La preparazione della scottiglia prevede l’utilizzo di diverse carni di animali da allevamento, come agnello, coniglio, pollo e manzo, ma anche carni di cacciagione, come cinghiale e lepre, quando disponibili. Le carni vengono stufate lentamente insieme a pomodori, cipolle, aglio, erbe aromatiche e vino rosso e spesso servite insieme alla polenta o al pane toscano abbrustolito.

 

 

Dolci tipici di Siena

 

Un pasto con prodotti tipici di Siena non può che terminare in dolcezza con ricciarelli, cantucci e panforte. Questi dolci tipici di Siena sono così buoni da essere esportati in tutta Italia, contribuendo a diffondere nella penisola l’arte culinaria di questa incantevole città.

 

Ricciarelli

I ricciarelli, deliziosi biscotti morbidi, a base di mandorle macinate, zucchero, albumi d’uovo e scorza di limone, incantano con il loro profumo inconfondibile.

 

Cantucci

I cantucci hanno fatto la storia della cucina toscana, grazie alla loro fragranza inebriante, esaltata dall’abbinamento con il caratteristico vinsanto o con il Florus, moscadello di Montalcino DOCG firmato Banfi, abbinamento da provare assolutamente se siete in visita alla città di Siena o se soggiornate presso l’Hotel il Borgo di Castello Banfi Wine Resort, struttura ricettiva a meno di un’ora di distanza da Siena.

 

Panforte

Il panforte è un dolce tipico natalizio, ma si trova nelle pasticcerie di Siena e dintorni in ogni periodo dell’anno. Preparato con mandorle, noci, canditi, spezie e miele, è una vera delizia per grandi e piccini e uno dei piatti tipici di Siena più amati di sempre.

Estate in Toscana: 5 idee originali

Estate in Toscana? Ecco 5 luoghi da visitare poco turistici ma meravigliosi.

Scopri tutti i consigli di Castello Banfi Wine Resort. 

 

Estate in Toscana: 5 idee non turistiche

 

L’estate in Toscana si rivela un’esperienza senza pari, una sinfonia di emozioni e delizie per tutti i sensi. Tra le colline ondeggianti e gli ulivi millenari, i paesaggi si dipingono di colori vividi e suggestivi, in una cornice incantevole che lascia senza fiato, e la ricchezza culturale di questa terra regala incontri con capolavori d’ogni epoca.
Ma non sono solo Firenze, Pisa, Siena, Montalcino e le colline del Chianti a racchiudere tali capolavori: sono moltissimi le piccole cittadine e i borghi della Toscana ricchi di tesori nascosti, di bellezze paesaggistiche e artistiche, nonché di attività ricreative a contatto con la natura che renderanno la Toscana in estate il più bel ricordo delle vostre vacanze.
In questa regione di rara bellezza, l’estate rappresenta una festa per gli occhi, un viaggio nell’Italia più autentica, dove si respira l’essenza di un territorio carico di storia, arte e tradizione. Ecco, dunque, cosa vedere in Toscana in estate e quali attività alternative fare per divertirsi e rilassarsi.

 

Cosa fare in Toscana in estate

 

L’estate in Toscana non è solo mare: sono molteplici le attrattive che questa regione offre ai turisti italiani e stranieri durante la bella stagione. Il trekking, ad esempio, si rivela un’esperienza unica e accattivante. Tra vigneti, colline, ulivi e borgate d’altri tempi, si respira aria pura e si sperimenta la fusione con la natura, lontano dal frastuono quotidiano. I sentieri tortuosi conducono a panorami da fiaba, e ogni passo risveglia un senso di avventura ed esplorazione. Per gli amanti del trekking e delle escursioni in bici o a cavallo, la Toscana in estate è la meta ideale.
Ma l’estate in Toscana significa anche concerti, sagre, rievocazioni medievali e buon cibo: le iniziative enogastronomiche legate alle eccellenze del territorio sono parte integrante di un turismo ricercato, raffinato e non più così tanto di nicchia. Circondati dalla natura lussureggiante, da paesaggi ricchi di storia e riscaldati dall’ineguagliabile ospitalità toscana, gli enoturisti in Toscana in estate si godono tutte le magiche esperienze che questa regione può offrire.

 

Estate in Toscana: dove andare

 

Quando si passa l’estate in Toscana, dove andare e cosa vedere lontano dalle grandi città, sempre gremite di visitatori?

Ecco quindi 5 mete non turistiche che sapranno regalarvi una vacanza indimenticabile.

 

Montefioralle

Montefioralle è un piccolo e romantico borgo nella zona del Chianti, che regala scorci paesaggistici mozzafiato. Passeggiare tra le viuzze strette, ammirare le antiche abitazioni ancora cariche di fiori colorati alle finestre, e godersi un buon gelato all’ombra del castello medievale è un modo alternativo per godersi l’estate in Toscana e capirne la vera essenza.

 

Pitigliano

Suggestivo e caratteristico anche è il borgo di Pitigliano, nel cuore della Maremma, una piccola cittadina arroccata su una collina di tufo che domina la campagna circostante, chiamata anche “La piccola Gerusalemme” per l’importanza della comunità ebraica lì presente fin dal XVI secolo e che di conseguenza ha influenzato l’urbanistica della città.
A Pitigliano si possono ammirare la sinagoga e il ghetto ebraico, l’affascinante necropoli etrusche, il maestoso acquedotto mediceo, la bellissima Fontana delle Sette Cannelle e il bellissimo Palazzo Orsini, una fortezza che oggi ospita il Museo Archeologico e la Biblioteca.

 

Bolgheri

Il centro storico di Bolgheri è un vero e proprio paesaggio incantato, con il maestoso Castello dei Conti della Gherardesca, le botteghe artigianali, le piazze ricche di storia, e il Viale dei Cipressi, reso celebre dalla penna del poeta Giosuè Carducci. Quest’ultimo soggiornò diversi anni in questo borgo, sempre fonte d’ispirazione, e se vi chiedete cosa fare in Toscana in estate, un percorso di visita interamente dedicato al poeta è sicuramente un’esperienza da fare.

 

Vinci

Il borgo di Vinci, a una cinquantina di chilometri da Firenze, è famoso per aver dato i natali al geniale Leonardo ma, nonostante la fama, è ancora una meta turistica poco frequentata e di conseguenza tutta da scoprire per un’estate in Toscana alternativa e culturale. L’attrazione principale del borgo è il Museo Leonardiano, che ospita una delle esposizioni dedicate al sommo artista del Rinascimento, e che si trova all’interno di un edificio anch’esso ricco di fascino: il castello dei Conti Guidi, antichi signori del borgo, chiamato anche “castello della nave” per la sua forma caratteristica.
Visitare la città sulle tracce di Leonardo è un’esperienza nuova e culturalmente appagante: sia la chiesa di Santa Croce che la Biblioteca, per non parlare della Piazza con la scultura di Mario Ceroli “L’uomo di Vinci” sono costellate dai segni della presenza di Leonardo nel borgo.

 

Poggio alle Mura

Poggio alle Mura è il luogo ideale per trascorrere un’estate in Toscana che non sia solo mare. Questo incantevole luogo nei pressi di Montalcino si struttura intorno al Castello Banfi Wine Resort, una fortezza medievale circondata da uliveti e vigneti, trasformata in un magnifico resort. Qui potrete vivere l’esperienza di dormire in un vero castello medievale senza rinunciare al lusso e al comfort dei giorni nostri: le bellissime suites dell’Hotel Il Borgo sono infatti un perfetto connubio tra tradizione e innovazione, mentre gli spazi comuni offrono l’opportunità di rilassarsi immersi in paesaggi e scorci mozzafiato. Qui si trova anche il Museo del Vetro, che ospita capolavori in vetro di tutte epoche, tra cui la celebre “Portatrice” di Picasso.

 

L’estate in Toscana è dunque un viaggio alla scoperta delle bellezze paesaggistiche, storiche, artistiche culturali ed enogastronomiche di una regione meravigliosa e indimenticabile. Buona estate, ti aspettiamo!

Piatti toscani estivi: 10 migliori

Piatti toscani estivi: 10 migliori

Quali sono i piatti tipici toscani da gustare in estate?

Scopri la gastronomia estiva tradizionale della Toscana sul blog di Castello Banfi.

 

Piatti toscani estivi: quali provare in vacanza?

 

In questa estate soleggiata, il desiderio di concedersi pasti freschi e salutari durante una vacanza in Toscana stuzzica il palato dei moltissimi turisti presenti, che però non vogliono rinunciare all’esperienza di gusto unica che può offrire la regione e che quindi sono alla ricerca dei piatti estivi toscani più tipici.
La Toscana, infatti, terra di eccellenza culinaria, offre un ricco assortimento di ricette tipiche toscane estive che abbracciano la generosità delle delizie stagionali e i segreti di un’antica tradizione enogastronomica. A casa o al ristorante, i piatti tipici toscani estivi risplendono di colori e sapori, in un tripudio di gusto che coinvolge tutti i sensi.

 

Dove provarli:

 

Il luogo ideale per poter gustare le ricette estive della Toscana è il ristorante La Taverna, che incarna la quintessenza della cucina regionale e della tradizione. Immerso in un paesaggio di colline verdeggianti e vitigni a perdita d’occhio, sotto le volte delle antiche cantine del Castello Banfi Wine Resort, La Taverna emerge come il tempio culinario ideale per assaporare piatti autentici e genuini, una vera ode alla Toscana estiva. Ma quali sono i piatti estivi toscani più famosi e apprezzati?

 

Antipasti estivi toscani

 

La farinata è uno degli antipasti estivi toscani più amati: questa pietanza a base di farina di ceci è l’ideale per una pausa pranzo leggera o come antipasto sfizioso. Dorata e croccante in superficie, racchiude un cuore tenero e gustoso. Si può gustare calda, da sola, oppure accompagnata con un tagliere di salumi e formaggi tipici della regione per un antipasto tradizionale, ma è perfetta anche da portare al mare o durante le gite fuori porta per visitare la bellissima campagna toscana, poiché mantiene inalterata la sua fragranza e il suo sapore sfizioso e genuino per diverso tempo.
Come suggerisce il nome, le acciughe alla povera sono uno degli antipasti estivi toscani tipici della tradizione popolare, che nei secoli è riuscita a elaborare ricette tipiche toscane estive e con ingredienti genuini e ricchi di gusto. Le acciughe alla povera infatti, ricetta tipica livornese, sono un tripudio di sapori che soddisfa anche i palati più esigenti, oltre a essere molto semplice da preparare. Una volta pulire le acciughe, vanno fatte marinare per sei ore nell’aceto di vino bianco e successivamente condite con cipolle di tropea e cipolle classiche, disposte a strati come una sorta di lasagna e arricchite con peperoncino e olio extravergine d’oliva.
I crostini con i fegatini sono una delle ricette tipiche toscane estive che non possono mai mancare: con il loro sapore intenso e la loro origine contadina racchiudono l’essenza stessa dell’enogastronomia toscana e sono adatti per essere assaporati in ogni stagione.

 

Primi piatti toscani estivi

 

Nella maggior parte delle ricette tipiche toscane estive e non, il pane raffermo o i crostini sono tra gli ingredienti più utilizzati, come avviene per la preparazione della famosa panzanella toscana. Questo piatto è spesso considerato la versione estiva della minestra di verdure o di un’insalata più consistente e affonda le radici nella tradizione toscana al punto che anche Boccaccio la menziona in una delle sue novelle. La freschezza dei pomodori maturi e dei cetrioli croccanti, il gusto intenso della cipolla rossa, il profumo del basilico fresco e dell’olio d’oliva, mescolati insieme ai crostini fragranti di pane toscano tostato creano un connubio che stuzzica il palato e i sensi nelle calde giornate estive.
Un’altra pietanza estiva toscana gustosa e famosa in tutta la regione sono i pici all’aglione, conditi con l’aglione di Chiana Presidio Slow Food, olio extravergine d’oliva e pomodoro.

 

Secondi piatti toscani estivi

 

Che si tratti di secondi piatti toscani estivi di mare o di terra, la Toscana offre sempre ricette tradizionali gustose. Una di queste è il cacciucco alla livornese, una zuppa a base di pesce servita con crostini. Un tempo simbolo della tradizione culinaria povera, perché realizzato con gli scarti del pesce, in tempi più recenti è stato rivisitato dai più grandi chef che utilizzano ingredienti di prima scelta come frutti di mare e crostacei pregiati: un’ottima pietanza estiva toscana di mare.
E non si può non includere tra i piatti toscani estivi la fiorentina alla griglia, accompagnata da un contorno di pomodori freschi, per un pasto sostanzioso e ricco di gusto, ma facilissimo da preparare.

 

Dolci estivi toscani

 

La Toscana, regina indiscussa dell’arte culinaria, vanta una tradizione di pasticceria antica quanto le stesse città che hanno fatto la storia di questa regione. Tra i suoi dolci più pregiati, i cantucci e i ricciarelli sono senza dubbio i protagonisti della tradizione culinaria. Privi di creme e quindi di più facile conservazione in estate, stuzzicano i sensi e rapiscono il palato: come dolci toscani estivi sono pratici da portare con sé in spiaggia o da servire in tavola come dessert.
Infine, tra i piatti estivi toscani ci sono anche alcune ricette fresche per preparare dolci e torte estive. Un esempio è il lattaiolo toscano. Questo impasto di latte, uova, zucchero e farina, prende forma in forno, rivelando il suo carattere dalla consistenza cremosa, da cui si sprigiona la fragranza fresca di cannella e limone. Si può gustare al cucchiaio o tagliato in quadrati e decorato con una generosa nevicata di zucchero a velo.

Banfi Brunello Ambassador Club

Banfi Brunello Ambassador Club

Lunedì 5 giugno 2023 il Banfi Brunello Ambassador Club ha aperto i battenti con una cerimonia riservata ai suoi primi sessanta Ambasciatori, i professionisti italiani che, fin dai primi anni Ottanta, quando la prima bottiglia di Brunello di Montalcino Banfi appariva sul mercato con il millesimo 1978, diedero un contributo significativo alla sua affermazione mondiale.

 

Chi sono i primi Ambasciatori del Banfi Brunello Ambassador Club

 

“Il pionierismo è da sempre uno dei nostri valori centrali – ricorda Cristina Mariani-May, CEO e seconda generazione della famiglia imprenditoriale – Essere pionieri era parte della visione che guidò mio padre nella creazione di Banfi ed è oggi un pilastro della nostra identità aziendale. Istituire un Club speciale, fatto proprio dalle persone che hanno condiviso questo valore fin dall’inizio, è un atto che abbiamo sentito quasi doveroso, per ringraziarli del passato e chiedere di accompagnarci nel nostro futuro”.

 

Cerimonia inaugurale presso Castello Banfi

 

Castello Banfi è stato ancora una volta protagonista di una giornata speciale, regalando in esclusiva il fascino della propria storia plurisecolare a una platea di grandi professionisti.
Le mura del Castello hanno accolto, in un ideale abbraccio di benvenuto, gli Ambasciatori del Brunello Banfi con una cerimonia di investitura degna dei fasti di Montalcino, della Toscana e del Made in Italy di pregio.
La storia di Banfi è fatta di persone, delle relazioni fra loro e dei racconti di molte vite. Il Banfi Brunello Ambassador Club nasce per accogliere tutto ciò e consolidarlo nel tempo futuro.

 

La lettera di nomina agli Ambasciatori Banfi

 

Da questo nascono le parole con le quali Cristina Mariani-May ha segnato la lettera di nomina inviata mesi fa a ciascun Ambasciatore Banfi:

“Era il lontano 1978 quando mio padre John, insieme a Ezio Rivella, decise di dare vita a un sogno: dimostrare al mondo intero che l’impossibile era possibile e che Montalcino sarebbe potuto diventare uno dei riferimenti enoici dell’intero pianeta. Gli ingredienti per il successo c’erano tutti: la consapevolezza di poter contare su un territorio unico al mondo e con un potenziale ancora inespresso; poi c’era il Sangiovese, vitigno principe dell’enologia italiana ma ancora non sufficientemente consapevole di esserlo; infine, il Brunello di Montalcino, un vino di grande personalità e immense potenzialità ma ancora sconosciuto ai più, specie nel mondo fuori da Montalcino. Mancava, a tutto ciò, proprio il mercato: una visione produttiva e commerciale più ampia e lungimirante, capace di lanciare la sfida al gotha mondiale dei grandi vini, senza complessi di inferiorità, fieri della nostra millenaria cultura vinicola e chi avesse il coraggio e l’intraprendenza per realizzarlo. E qui siamo arrivati noi e tutti coloro i quali, come Lei, hanno creduto in questa idea”.

Stelle Michelin e Castello Banfi

Stelle Michelin e Castello Banfi

In Toscana sono diversi i ristoranti premiati con stelle Michelin. Tra questi vi è anche il ristorante La Sala dei Grappoli presso Castello Banfi Wine Resort.

 

Stelle Michelin e Toscana: premiato il ristorante di Castello Banfi

 

La fama della Toscana e il suo primato tra le mete turistiche più ambite tutto l’anno è dovuto anche all’ospitalità dei suoi abitanti, all’eccellenza nell’accoglienza delle strutture alberghiere e alla ricchezza di prelibatezze enogastronomiche. Qui, i prodotti locali vantano prestigiosi riconoscimenti come la DOP e la DOC, testimonianza della loro autenticità e qualità superlativa, mentre i vini della regione, rinomati e amati in tutto il mondo, sono considerati capolavori che esaltano l’essenza stessa del territorio. Ma l’arte culinaria toscana non si ferma alla qualità dei suoi ingredienti: si riflette anche nell’impeccabile servizio e nella preparazione dei piatti tradizionali. E proprio a questo impegno costante verso l’eccellenza si deve la presenza di numerosi ristoranti con Stelle Michelin in Toscana nel 2023.

Le Stelle Michelin, infatti, rappresentano il culmine della perfezione gastronomica e sono assegnate solo a poche eccellenze nel campo della ristorazione. La presenza di numerosi ristoranti stellati in Toscana è un segno tangibile della passione e della dedizione dei cuochi e degli chef della regione, che con creatività e maestria rielaborano i piatti della tradizione in autentiche opere d’arte culinarie.

Un metodo per scegliere dove andare a mangiare in Toscana è dunque quello di seguire la guida Michelin e affidarsi all’esperienza dei massimi esperti del settore enogastronomico e alberghiero.

 

Stelle Michelin: la storia

 

La storia delle stelle Michelin e dell’omonima guida famosa in tutto il mondo affonda le sue radici in un lontano passato, nella Francia del XIX secolo, quando al mondo circolavano solo poche migliaia di automobili.
Il nesso tra le auto e la più rinomata guida della ristorazione può all’apparenza sembrare un enigma, ma il mistero viene subito svelato scoprendo che gli ideatori della guida non sono altri che i fratelli André e Édouard Michelin, fondatori dell’omonima azienda di pneumatici. Il loro obiettivo era pubblicare una guida gratuita per i viaggiatori francesi, allo scopo di promuovere il turismo e quindi incentivare la domanda di automobili e, di conseguenza, di pneumatici.
Con il passare degli anni, la Guida Michelin divenne sempre più popolare grazie alla sua accuratezza, oggettività e dettaglio e cominciò a diventare un punto di riferimento per tutti i viaggiatori che volevano regalarsi un’esperienza enogastronomica di un certo livello. Fu solo nel 1926 che i critici gastronomici iniziarono ad assegnare le famose “Stelle Michelin” per valutare i ristoranti recensiti.

 

L’evoluzione

 

Inizialmente, erano solo due categorie:
“una stella” per i ristoranti eccellenti;
“due stelle” per quelli eccezionali.
Con l’evolversi del mondo culinario, la storia delle Stelle Michelin vide l’introduzione della terza stella nel 1931, riservata ai ristoranti straordinari che offrivano esperienze gastronomiche uniche e indimenticabili, come i ristoranti stellati Michelin in Toscana fanno tutt’oggi. Queste stelle divennero rapidamente sinonimo di eccellenza culinaria e attirarono l’attenzione di chef e proprietari di ristoranti in tutto il mondo.
Negli anni successivi, la Guida Michelin si espanse a livello internazionale, arrivando anche in Italia e in Toscana e diventando il più alto riconoscimento nel campo della ristorazione. Oggi, le stelle Michelin rappresentano l’obiettivo supremo per ogni chef ambizioso e il ristorante che può vantarne una o più è annoverato tra le eccellenze gastronomiche del mondo.
L’assegnazione delle stelle avviene ancora oggi grazie a una selezionata squadra di ispettori anonimi che viaggiano in incognito, valutando con cura ogni aspetto dell’esperienza culinaria, dalla qualità del cibo alla maestria tecnica, dal servizio all’atmosfera.

 

La Sala dei Grappoli

 

Sono ben 35 i ristoranti con una stella Michelin in Toscana nel 2023: ricca di storia, arte e cultura, questa regione è anche un paradiso gastronomico e, come detto in precedenza, la presenza di così tanti ristoranti insigniti della Stella Michelin in Toscana è la testimonianza più autentica della sua straordinaria varietà ed eccellenza culinaria. Culla di tradizioni gastronomiche centenarie e di prodotti locali pregiati e genuini, la Toscana è anche il luogo dove talentuosi chef stellati coniugano la tradizione con l’innovazione, trasformando ingredienti locali in creazioni culinarie di straordinaria bellezza.
Questo è quello che avviene al Ristorante La Sala dei Grappoli presso Castello Banfi Wine Resort, insignito di una Stella Michelin.

 

Lo Chef

 

Qui Domenico Francone, rinomato chef di origini pugliesi, è stato in grado di realizzare un’interessante fusione tra i sapori della sua terra natale e la raffinata cucina toscana, in particolare quella maremmana. La sua creatività si esprime attraverso la ricerca delle materie prime e lo studio di nuove interpretazoni dei sapori tradizionali e non. Ma quello che rende La Sala dei Grappoli un’eccellenza tra i ristoranti Stellati Michelin della Toscana è anche la sua incantevole e unica location, lo storico Castello Banfi, una fortezza medievale che si erge solennemente tra le soleggiate colline della campagna toscana. La sala interna, da cui il ristorante prende il nome, è superbamente affrescata con voluttuosi grappoli dorati e la terrazza, all’ombra delle mura del castello medievale, offre una vista impareggiabile sui vigneti della tenuta Banfi.

Enoturismo in Toscana: norme e dati

Enoturismo in Toscana

Toscana ed enoturismo: scopri tutti i segreti del binomio per eccellenza del turismo italiano sul blog di Castello Banfi Wine Resort.

 

Enoturismo in Toscana: cosa sapere

L’enoturismo, pregiato connubio di cultura e degustazione di vini, si configura come un’esperienza sensoriale di rara bellezza, da vivere in luoghi ricchi di fascino e attrattiva, non solo per la ricchezza dei loro suoli, ma anche per i tesori artistici, culturali e paesaggistici che racchiudono. L’enoturismo In Italia, e in Toscana in particolare, una regione patria di vitigni rinomati e tradizioni millenarie, trova una delle sue massime espressioni. L’enoturismo in Toscana offre infatti l’opportunità di immergersi nella cultura enologica, di degustare vini di gran pregio e di abbracciare l’autenticità di una tradizione millenaria, regalando un viaggio indimenticabile.
Toscana ed enoturismo è un binomio simbolo dell’eccellenza italiana nel settore turistico dato che, secondo gli ultimi dati, sono circa 14 milioni i visitatori che ogni anno si recano tra le verdi colline e i rigogliosi vigneti di questa regione per visitare le storiche cantine, dove l’arte dei viticoltori si sposa con la bellezza dei paesaggi, e per concedersi qualche giorno di relax immersi nella natura presso gli incantevoli borghi e wine resort, come Castello Banfi Wine Resort presso Poggio alle Mura.

 

Enoturismo in Toscana: i dati

 

Ma approfondiamo brevemente i dati sull’enoturismo in Toscana. Secondo l’ultimo rapporto Coldiretti/Ixè, l’enoturismo in Italia è un fenomeno che coinvolge il 58% degli italiani: il buon cibo e il buon vino sono infatti alcune delle ragioni principali per cui una città viene scelta come meta turistica per il 56% degli intervistati. Nel caso della Toscana poi, dove il turismo enogastronomico si fonde con il turismo d’arte e quello naturalistico, i numeri sono ancora più positivi.
L’enoturismo in Toscana è ormai un fenomeno così consolidato da essere tra i più attrattivi del panorama italiano. In fatto di turismo legato al vino questa regione si colloca inoltre al terzo posto, dopo Piemonte e Campania (secondo i dati Isnart per Enit), per la presenza nei pacchetti turistici “food and wine”. In base ai dati sull’enoturismo in Toscana del 2022, elaborati dall’Ufficio regionale di Statistica, i turisti sono stati oltre 13 i milioni e più di 42,7 milioni i pernottamenti, con un forte incremento rispetto al 2021.
Il grande successo dell’enoturismo in Toscana si riscontra anche sui canali social: le visite alle pagine delle offerte relative al turismo del vino sono cresciute da marzo 2021 a febbraio 2022 del 136,29%.
Inoltre, l’enoturismo in Toscana alimenta, oltre al settore turistico anche quello produttivo, con un notevole giro di affari. Secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore del Vino DOP IGP in Toscana vale 1004 milioni di euro (86,9% del totale di produzioni certificate del Paese). È quanto afferma Roberta Garibaldi, vicepresidente del Comitato Turismo dell’Ocs, una delle massime esperte di enoturismo in Toscana e in Italia.

 

Regione Toscana e enoturismo: una storia antica

 

Il primato della Toscana nel settore enoturistico è antico, anzi: si deve proprio a questa regione la nascita del turismo del vino in Italia, grazie alle iniziative Cantine Aperte e Calici sotto le stelle del 1993, oltre al Movimento Turismo del Vino.
Ma le linee guida dell’enoturismo sono state formalizzate solo negli anni Duemila, con la nascita delle “strade del vino”, ossia percorsi tutelati che valorizzano luoghi e produzioni, e solo nel 2019 è stato emanato il cosiddetto Decreto Enoturismo, che regolamenta le visite in cantina, la fatturazione delle attività legate al turismo del vino, le competenze del personale e le linee guida in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica.

 

Legge sull’enoturismo in Toscana

 

Sebbene il decreto sia valido in tutta Italia, alcune regioni stanno ulteriormente perfezionando la legislazione in materia per poter maggiormente tutelare e valorizzare questa forma di turismo, e la Toscana è fra queste. La legge sull’enoturismo in Toscana ha infatti visto uno sviluppo proprio nella primavera dello scorso anno con la Legge regionale 24 maggio 2022, n. 15 (Disciplina dell’oleoturismo e dell’ospitalità agrituristica. Modifiche alla l.r. 30/2003).
Essa regolamenta l’enoturismo in Toscana in materia di:
immobili destinati all’attività agrituristica;
organizzazione di eventi promozionali per prodotti aziendali tradizionali o di qualità;
attività di enoturismo e di oleoturismo e requisiti per il loro svolgimento;
standard qualitativi minimi da rispettare.

 

Nuova definizione di Enoturismo

 

Di particolare interesse la nuova definizione di enoturismo che riportiamo integralmente: “Per enoturismo e oleoturismo si intendono tutte le attività di conoscenza rispettivamente del vino e dell’olio extra-vergine di oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite e dell’olivo, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole e oleicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine e dei vigneti, dei frantoi e degli oliveti”.
L’emanazione di una legge sull’enoturismo in Toscana riveste un’importanza fondamentale, fungendo da baluardo per la tutela dei produttori locali e il sostegno alla loro preziosa attività vinicola. Tale provvedimento garantisce una cornice normativa solida, capace di preservare tradizioni secolari e stimolare l’eccellenza nel settore. Parallelamente, tale legge diventa strumento di protezione per i visitatori, assicurando standard di sicurezza, qualità e autenticità nelle esperienze offerte. In tal modo, si coniuga la valorizzazione del patrimonio enologico con un’accoglienza consapevole e gratificante per tutti coloro che scelgono l’enoturismo in Toscana come forma di viaggio e scoperta.

Abbazia Sant’Antimo: orari e percorso

Abbazia Sant'Antimo: orari e percorso

Come visitare l’Abbazia di Sant’Antimo? Con Castello Banfi trovi tutte le informazioni su prezzi e come arrivare, oltre alle foto del monumento.

 

Abbazia Sant’Antimo: info utili e come arrivarci

 

Situata nel cuore della Toscana, circondata da dolci colline e vigneti che si estendono a perdita d’occhio, l’Abbazia di Sant’Antimo, un gioiello architettonico incastonato nella tranquilla campagna di Montalcino, sorge a pochi chilometri dal Castello Banfi Wine Resort. Questa antica abbazia benedettina, risalente al XII secolo, è un esempio sublime di eleganza e spiritualità, una testimonianza vivente di un passato glorioso che attira ancora oggi numerosi turisti, fedeli e non.

L’Abbazia di S. Antimo, infatti, è molto più di una semplice attrazione turistica: è un santuario di pace e riflessione, un luogo dove la storia si fonde con la spiritualità. Ogni pietra, ogni affresco, ogni scultura ha una storia da raccontare e un messaggio da trasmettere. Ecco perché dell’Abbazia di Sant’Antimo foto e immagini non bastano a trasmettere l’atmosfera che vi si respira, ma possono stimolare la curiosità dei turisti che visitano questa zona della Toscana.

 

Le origini

 

Le origini dell’Abbazia di S. Antimo a Montalcino risalgono a Carlo Magno, che fece costruire nel 781, secondo la tradizione, una cappella a pianta rettangolare con abside chiamata Cappella Carolingia e che oggi è adibita a sagrestia.

 

Abbazia di Sant’Antimo: l’esterno

 

Il viaggiatore che dal vicinissimo Castello Banfi Wine Resort si approccia all’abbazia, viene subito colpito dalla sua mole e dell’altezza del campanile, che si erge maestosamente tra le colline; nell’avvicinarsi, lo accoglie una facciata romantica che rivela una bellezza austera e antica: le linee pure e sobrie, gli archi eleganti e le finestre adornate con dettagli intricati evocano una sensazione di grazia e armonia.

 

Abbazia di Sant’Antimo: l’interno

 

Una volta all’interno, dopo aver attraversato il portale con architrave scolpito, si viene accolti da un’atmosfera di calma e contemplazione. La luce naturale filtra attraverso le vetrate, decorando il pavimento di pietra con sfumature di luce e ombre e regalando alcune delle più belle immagini dell’Abbazia di Sant’Antimo a Montalcino.
Il presbiterio, dominato dall’altare maggiore, è un capolavoro di arte e devozione, su cui spicca un crocifisso medievale, mentre la cripta ospita il sepolcro di Sant’Antimo con le sue reliquie.

 

Il complesso dell’Abbazia Sant’Antimo

 

Accanto all’abbazia si trova il Chiostro, un incantevole angolo di paradiso dove un tempo si affacciavano tutti gli edifici afferenti all’abbazia, con un cortile quadrangolare porticato presso cui passeggiare all’ombra godendosi la pace e il silenzio del luogo, e l’Ospitalia, la foresteria che ospita ancora oggi piccoli gruppi dediti alla preghiera e al ritiro spirituale.
Più vivace e brulicante di vita è invece la Farmacia monastica, che sorge nell’antica Sala del Tesoro, e offre la possibilità di toccare con mano i risultati della regola benedettina “Ora et labora”.

Nella Farmacia, infatti, vengono venduti numerosi prodotti per la cura del corpo a base di erbe officinali coltivate nei pressi dell’Abbazia, frutto dell’antica sapienza dei monaci, e prodotti del lavoro della terra, come miele, tisane, caramelle e confetture di frutta. Rinomati in tutto il territorio sono anche le birre artigianali dell’Abbazia di Sant’Antimo preparate con una ricetta segreta, e l’amaro di Sant’Antimo, a base di Erba Carlina, utilizzata per lenire le sofferenze dei soldati di Carlo Magno in visita all’Abbazia.
Del complesso benedettino fa parte anche l’Oliveta, una ricca e lussureggiante area del monastero dedicata alla coltivazione degli ulivi, dai quali si produce un olio extra vergine d’oliva di altissima qualità, l’Apiario per la produzione di miele artigianale e il Giardino di Santa Ildegarda in cui è possibile ammirare le piante officinali utilizzate per curare i malati.

 

Abbazia di Sant’Antimo: gli orari

 

L’Abbazia di Sant’Antimo a Montalcino rispetta i seguenti orari di apertura al pubblico:
1 novembre – 31 marzo: tutti i giorni dalle ore 10.30 – 17.00
1 aprile – 30 settembre: tutti i giorni ore 10.00 – 18.30
1 ottobre – 31 ottobre: tutti i giorni ore 10.00 – 18.00
Si ricorda che la domenica e nei giorni festivi viene celebrata alle ore 10.00 la Santa Messa, e l’ingresso è consentito soltanto al termine della funzione.

 

Dove dormire se si vuole visitare l’Abbazia di Sant’Antimo a Montalcino

 

Per poter visitare in tranquillità l’Abbazia di Sant’Antimo, pernottare all’Hotel Il Borgo il Castello Banfi Wine Resort è la scelta migliore. La struttura, anch’essa immersa in un’oasi di pace tra le verdi colline coltivate a vitigni e uliveti, offre un ottimo punto di partenza per raggiungere l’abbazia in mattinata, dopo aver fatto un’abbondante colazione, dato che dista soltanto pochi chilometri da questa rinomata meta turistica. Anche la strada che separa il resort dall’abbazia, facilmente percorribile, senza tornanti pericolosi né traffico intenso, rappresenta a suo modo un’attrazione, un incantevole percorso che conduce ad una meta ancora più incantevole.

 

Abbazia Sant’Antimo: come arrivare

 

Partendo dal Castello Banfi Wine Resort è possibile raggiungere l’Abbazia di S. Antimo attraverso due strade:
1. una volta usciti dal resort, vi basterà raggiungere Poggio alle Mura e prendere la Strada Provinciale “La Maremma”/SP117 e subito dopo la SP114 per circa 14 km che si snodano attraverso la bellissima campagna toscana, tra immense distese di filari lussureggianti e casette coloniche d’altri tempi, oppure all’ombra della rigogliosa vegetazione spontanea. In meno di mezz’ora raggiungere l’Abbazia di Sant’Antimo da sud e il suo pratico parcheggio;
2. in alternativa, potete arrivare all’Abbazia Sant’Antimo da nord, passando per Montalcino. Dopo aver lasciato Castello Banfi Wine Resort,prendete la Strada Provinciale “La Maremma”/SP117, questa volta in direzione Montalcino. Una volta arrivati al borgo, prendete la Strada Provinciale della Badia di Sant’Antimo, che vi porterà dopo circa 10 km alla vostra destinazione.

Termini per la degustazione del vino

Dalla limpidezza alla fluidità, ecco una lista della terminologia adatta per descrivere le caratteristiche del vino durante una degustazione.

 

La terminologia completa per la degustazione del vino

 

Sono sempre di più gli italiani che scelgono di provare un’esperienza di degustazione di vini offerta dalle più prestigiose enoteche o un menu di degustazione che abbini piatti gourmet e vini selezionati presso ristoranti di alta classe come il Ristorante La Sala dei Grappoli nei pressi di Montalcino. Ecco perché, per poter vivere al meglio l’esperienza, è anche utile dotarsi di una terminologia per la degustazione del vino completa e accurata, che permetta di cogliere appieno l’armonia degli accostamenti e le mille sfumature nascoste in un calice di vino.

 

Scheda degustazione vini: cos’è e perché è importante

 

Conoscere quali termini usare è importante anche se si vuole compilare – o leggere – la scheda di degustazione dei vini, un prezioso alleato che permette di organizzare le sensazioni provate durante l’esperienza di degustazione.
Il modello più diffuso è la scheda di degustazione vino AIS (Associazione Italiana Sommelier), ma anche quella FISAR (Federazione Italiana Sommelier, Albergatori e Ristoratori): entrambe si basano sull’analisi dei tre aspetti fondamentali dell’analisi sensoriale effettuata durante la degustazione:

 

esame visivo
esame olfattivo
esame gustativo

 

Ecco quindi una breve lista con la terminologia di degustazione del vino utile per compilare una scheda di degustazione vino e per poter apprezzare il vero valore di una bottiglia pregiata, cogliendo tutte le sfumature e le particolarità che essa racchiude.

 

Terminologia di degustazione del vino con esame visivo

 

Descrivere le caratteristiche visive del vino è il primo passo nell’esperienza di degustazione. L’esperienza infatti comincia proprio con la vista, e un ruolo fondamentale è giocato dal colore, dalla limpidezza e dalla fluidità del vino.

 

Colore

Il colore del vino è il primo elemento da considerare durante l’esame visivo: distinguere le diverse sfumature di colore e i relativi riflessi richiede molta pratica, ma con il tempo si può imparare a distinguere un vino giallo paglierino da uno giallo dorato.

 

Limpidezza

La limpidezza di un vino dipende dalla presenza o meno di particelle in sospensione, come lieviti, sedimenti o altre sostanze che potrebbero rendere il vino torbido o opaco. Un vino limpido appare cristallino e brillante ed è indice di una maggiore qualità e cura nella produzione del vino, soprattutto quando si parla di spumanti.

 

Fluidità

Nella terminologia di degustazione del vino, la fluidità è una caratteristica che si misura attraverso il “gesto tecnico” di rotazione del calice e l’osservazione degli archetti che il vino lascia sui bordi: più ampi sono gli archetti, meno fluido sarà il vino.

 

Terminologia di degustazione del vino con esame olfattivo

 

Il secondo senso coinvolto nella degustazione è l’olfatto: il bouquet di profumi e aromi sprigionati dal vino è frutto non solo di un’accurata selezione delle uve, ma anche di un attento processo di affinamento in botti particolari, che arricchiscono l’odore naturale del vino.

 

Intensità

L’intensità del vino si coglie attraverso il primo impatto del vino con il senso dell’olfatto: si è soliti portare tutto il bicchiere al naso, inclinandolo leggermente, e fare respiri lenti e regolari.

 

Descrizione

La descrizione serve a definire la tipologia di profumi che caratterizzano un vino (floreale, fruttato, ecc.) e, più in profondità, per riconoscere le singole essenze che solleticano l’olfatto.

 

Terminologia di degustazione del vino con esame gustativo

 

L’esame gustativo è l’ultima parte del processo di degustazione: il significato dell’intera esperienza si concretizza quando le prime gocce di vino toccano la lingua e il palato, aprendo le porte a infinite sensazioni.

 

Effervescenza vino

L’effervescenza del vino, distinguibile soltanto per i vini frizzanti e gli spumanti, consiste nel valutare la grandezza delle bollicine e la loro persistenza, ossia se restano o meno visibili nel calice dopo che il vino è stato versato. La presenza delle bollicine serve anche a chiarire se il vino può essere associato a determinati alimenti con funzione sgrassante, per cui è importante che questa caratteristica sia inserita nella scheda di degustazione del vino se lo si accompagna con dei cibi.

 

Persistenza vino

La persistenza del vino, all’interno dell’ampia terminologia per la degustazione dei vini, ricopre un ruolo di primo piano: indica quanto la prima sensazione gustativa prodotta dal vino persiste nel palato, anche quando si è deglutito.

 

Corposità

La corposità del vino si riferisce alla sensazione di pienezza, peso e consistenza che si avverte in bocca quando si degusta un vino. È una caratteristica che indica la presenza di sostanze solide, come tannini, zuccheri residui ed estratti, che contribuiscono alla struttura del vino.

 

Acidità

La quantità di acidi presenti nel vino ne determina la sua acidità, che può essere percepita attraverso una sensazione di pizzicore o di freschezza sulla lingua. Conferisce vitalità e struttura al vino, contribuendo a bilanciare il sapore dolce degli zuccheri residui e la percezione dei tannini nel caso dei vini rossi.

 

Sapidità

La sapidità è una caratteristica meno comune rispetto ad altri gusti nel vino, come l’acidità o la dolcezza, ma è ugualmente importante quando si parla di terminologia di degustazione dei vini. Essa dipende principalmente dalla presenza di sali minerali nel terreno, che i viticoltori selezionano accuratamente.

 

Dolcezza

La dolcezza del vino è determinata dalla presenza di zuccheri naturali residui, che non sono stati completamente convertiti in alcol durante la fermentazione. Nella terminologia della degustazione dei vini si utilizzano le parole come “brut”, “extra-dry”, “secco”, “semisecco”, “abboccato” o “dolce”, per fornire un’indicazione approssimativa del livello di dolcezza percepito nei vini e negli spumanti.

 

Gradazione alcolica

La gradazione alcolica, indicata sulla scheda di degustazione del vino ma anche sull’etichetta, rappresenta la percentuale di alcol presente nel vino in rapporto al volume totale. È una misura che informa circa la concentrazione di alcol nel vino e viene espressa come un valore percentuale. La gradazione alcolica del vino può influenzare la percezione sensoriale e il corpo del vino: un vino con una gradazione alcolica più elevata può essere percepito come più corposo, caldo o intenso, mentre un vino con una gradazione alcolica più bassa può apparire più leggero o fresco.

Cosa vedere vicino a Montalcino?

Che cosa visitare nelle vicinanze di Montalcino? Scopri le attrazioni più e meno turistiche vicine a questa città toscana.

 

Cosa vedere vicino a Montalcino: 10 cose da visitare

 

Montalcino, incantevole borgo medievale incastonato tra le colline della Toscana, è famosa in tutto il mondo per i suoi vini d’eccellenza, come l’amatissimo Brunello di Montalcino; ma, oltre alla rinomata produzione vinicola, la città e i suoi dintorni offrono anche molte altre attrazioni e luoghi suggestivi da visitare. Ecco cosa vedere vicino a Montalcino.

 

Centro storico di Montalcino e Fortezza

 

Con la sua storia millenaria, Montalcino incanta i visitatori con il suo fascino senza tempo e offre un’esperienza di viaggio raffinata e appagante. Avvolto da mura medievali ben conservate, il borgo di Montalcino è ricco di strade acciottolate e antiche case in pietra, che evocano immagini di un’epoca passata. Camminare attraverso il centro storico è come immergersi in una dimensione fiabesca, dove le architetture medievali svelano le loro storie intrise di tradizione e nobiltà: chiedersi cosa c’è da vedere a Montalcino significa in realtà domandarsi se si è pronti a fare un meraviglioso viaggio nel passato.
Uno degli elementi più iconici di Montalcino è la sua imponente Fortezza, che svetta maestosa sulla cima del borgo. Costruita nel XIV secolo, offre una vista panoramica mozzafiato sulla campagna circostante, permettendo agli occhi di perdersi tra le dolci colline toscane, i filari di viti e gli uliveti, creando un quadro di rara bellezza. Spesso è anche la sede di numerosi eventi culturali, tra cui il rinomato Jazz & Wine in Montalcino, un festival dedicato alla musica e al buon vino. Ma cosa c’è vicino a Montalcino?

 

Borghi vicino a Montalcino

 

I borghi vicino a Montalcino più belli da visitare sono Pienza, la “città ideale” rinnovata da Papa Pio II nel XV e diventata patrimonio dell’UNESCO per le sue bellezze architettoniche, tra cui Piazza Piccolomini e il Duomo; Bagno Vignoni, che sorge su una sorgente d’acqua naturale che affiora quasi come per magia nella grande vasca al centro della piazza; Castiglione d’Orcia, un piccolo paesino su cui svetta la Rocca di Tentennano, un’antica torre medievale oggi sede di mostre ed eventi culturali; e Buonconvento, con la sua magnifica Torre dell’Orologio e il Palazzo Podestarile, su cui è ancora possibile ammirare il 25 stemmi degli antichi podestà di questo borgo vicino a Montalcino.

 

Museo della Bottiglia e del Vetro

 

Il Museo della Bottiglia e del Vetro, intitolato a Giovanni F. Mariani, è situato all’interno dell’incantevole Castello Banfi Wine Resort, un castello trecentesco nel cuore del borgo di Poggio alle Mura, il che lo rende un museo nel museo. È infatti possibile ammirare i vecchi ambienti del castello, come la vecchia scuderia e il frantoio, dove si conserva ancora il macchinario originale del 1857, mentre si segue il percorso espositivo dedicato alla storia della produzione del vetro, dai bellissimi reperti romani in pasta vitrea del V e del IV secolo a.C. fino alla stupenda opera di Picasso, la Portatrice.

 

Cosa fare e vedere in val d’Orcia

 

Ma Montalcino è solo l’inizio di un viaggio indimenticabile nella Val d’Orcia, un paesaggio mozzafiato che si estende oltre i confini del borgo. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, la Val d’Orcia è un susseguirsi di colline modellate dall’agricoltura e punteggiate da incantevoli borghi medievali.
Ogni scorcio rivela una bellezza intramontabile, un paesaggio dipinto con colori caldi e armoniosi che fanno da cornice a strade tortuose, campi di grano dorato, cipressi maestosi e vigneti ordinati. Se vi state chiedendo cosa fare e vedere in val d’Orcia, le possibilità sono moltissime, sia che si tratti di rilassarsi in un magnifico wine resort sia che si tratti di scoprire le bellezze naturalistiche con escursioni, trekking e passeggiate, molto spesso accompagnate da percorsi di degustazione presso le cantine del luogo.

 

Relax a Castello Banfi Wine Resort

 

Una vacanza in Val d’Orcia si trasforma così in un’esperienza immersiva e di relax alla scoperta del mondo del vino. Tra le cose da vedere vicino a Montalcino spicca infatti Castello Banfi Wine Resort, un borgo medievale da fiaba a pochi passi da Montalcino. Qui potrete vivere l’esperienza di soggiornare in un autentico castello medievale: le camere e le suites dell’Hotel Il Borgo sono state realizzate ristrutturando una parte di edifici del castello, in un’armoniosa combinazione tra antico e moderno, tra tradizione e comfort.
Potrete inoltre approfondire le vostre conoscenze enologiche attraverso tour guidati alle cantine Banfi o deliziosi pranzi presso il ristorante La Taverna.

 

Visite alle cantine

 

Una risposta esaustiva alla domanda cosa vedere a Montalcino non può fare a meno di includere dunque la visita alle cantine e alle enoteche nei dintorni. Questo viaggio alla scoperta del mondo del vino vi darà la possibilità di visitare vere cantine e osservare da vicino il processo produttivo del vino, ammirando come le tecnologie di ultima generazione camminino sempre di pari passo con le tradizioni secolari. In alcuni luoghi, come per esempio L’Enoteca, una caratteristica bottega toscana nel Castello Banfi Wine Resort, è possibile acquistare le bottiglie più pregiate e degustare i prodotti locali e le eccellenze enogastronomiche del territorio.