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Le persone

Banfi riconosce la centralità delle risorse umane per lo sviluppo e la crescita aziendale e ritiene fondamentale garantire le migliori condizioni lavorative per supportare il benessere nell’ambiente di lavoro. Un impegno che ha portato alla firma della Carta di Urbino, il documento che sancisce i principi-valori irrinunciabili per l’affermazione della salute e sicurezza delle persone che lavorano.

 

La Carta di Urbino

La Carta di Urbino è una dichiarazione d’intenti per la promozione del benessere dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Redatta dall’Osservatorio Olympus dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e dalla Fondazione Rubens Triva, è stata ufficialmente presentata a Bilbao il 2 marzo 2023.

In occasione della seconda Edizione del Festival Internazionale della Salute e Sicurezza sul Lavoro che si è tenuta a Urbino dal 21 al 23 giugno 2023, Banfi ha firmato la Carta di Urbino.

Il processo di gestione delle risorse umane si sviluppa nell’ottica di garantire un sempre maggiore coinvolgimento delle persone nell’organizzazione. La ricerca e l’inserimento del personale, le tematiche retributive, l’attenzione alla salute e sicurezza sul lugo di lavoro e la formazione rappresentano elementi essenziali per la vita lavorativa delle persone. La definizione di strumenti di welfare aziendale indirizza infine precise scelte strategiche sull’evoluzione dell’approccio gestionale di quest’area.

4.4 Aumentare sostanzialmente il numero di giovani e adulti che abbiano le competenze necessarie, incluse le competenze tecniche e professionali, per l’occupazione, per lavori dignitosi e per la capacità imprenditoriale.

8.3 Promuovere politiche orientate allo sviluppo che supportino le attività produttive, la creazione di lavoro dignitoso, l’imprenditorialità, la creatività e l’innovazione, e favorire la formalizzazione e la crescita delle micro, piccole e medie imprese, anche attraverso l’accesso ai servizi finanziari.

8.8 Proteggere i diritti del lavoro e promuovere un ambiente di lavoro sicuro e protetto per tutti i lavoratori, compresi i lavoratori migranti, in particolare le donne migranti, e quelli in lavoro precario.