Vai al contenuto

Enoturismo in Toscana: norme e dati

Toscana ed enoturismo: scopri tutti i segreti del binomio per eccellenza del turismo italiano sul blog di Castello Banfi Wine Resort.

 

Enoturismo in Toscana: cosa sapere

L’enoturismo, pregiato connubio di cultura e degustazione di vini, si configura come un’esperienza sensoriale di rara bellezza, da vivere in luoghi ricchi di fascino e attrattiva, non solo per la ricchezza dei loro suoli, ma anche per i tesori artistici, culturali e paesaggistici che racchiudono. L’enoturismo In Italia, e in Toscana in particolare, una regione patria di vitigni rinomati e tradizioni millenarie, trova una delle sue massime espressioni. L’enoturismo in Toscana offre infatti l’opportunità di immergersi nella cultura enologica, di degustare vini di gran pregio e di abbracciare l’autenticità di una tradizione millenaria, regalando un viaggio indimenticabile.
Toscana ed enoturismo è un binomio simbolo dell’eccellenza italiana nel settore turistico dato che, secondo gli ultimi dati, sono circa 14 milioni i visitatori che ogni anno si recano tra le verdi colline e i rigogliosi vigneti di questa regione per visitare le storiche cantine, dove l’arte dei viticoltori si sposa con la bellezza dei paesaggi, e per concedersi qualche giorno di relax immersi nella natura presso gli incantevoli borghi e wine resort, come Castello Banfi Wine Resort presso Poggio alle Mura.

 

Enoturismo in Toscana: i dati

 

Ma approfondiamo brevemente i dati sull’enoturismo in Toscana. Secondo l’ultimo rapporto Coldiretti/Ixè, l’enoturismo in Italia è un fenomeno che coinvolge il 58% degli italiani: il buon cibo e il buon vino sono infatti alcune delle ragioni principali per cui una città viene scelta come meta turistica per il 56% degli intervistati. Nel caso della Toscana poi, dove il turismo enogastronomico si fonde con il turismo d’arte e quello naturalistico, i numeri sono ancora più positivi.
L’enoturismo in Toscana è ormai un fenomeno così consolidato da essere tra i più attrattivi del panorama italiano. In fatto di turismo legato al vino questa regione si colloca inoltre al terzo posto, dopo Piemonte e Campania (secondo i dati Isnart per Enit), per la presenza nei pacchetti turistici “food and wine”. In base ai dati sull’enoturismo in Toscana del 2022, elaborati dall’Ufficio regionale di Statistica, i turisti sono stati oltre 13 i milioni e più di 42,7 milioni i pernottamenti, con un forte incremento rispetto al 2021.
Il grande successo dell’enoturismo in Toscana si riscontra anche sui canali social: le visite alle pagine delle offerte relative al turismo del vino sono cresciute da marzo 2021 a febbraio 2022 del 136,29%.
Inoltre, l’enoturismo in Toscana alimenta, oltre al settore turistico anche quello produttivo, con un notevole giro di affari. Secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore del Vino DOP IGP in Toscana vale 1004 milioni di euro (86,9% del totale di produzioni certificate del Paese). È quanto afferma Roberta Garibaldi, vicepresidente del Comitato Turismo dell’Ocs, una delle massime esperte di enoturismo in Toscana e in Italia.

 

Regione Toscana e enoturismo: una storia antica

 

Il primato della Toscana nel settore enoturistico è antico, anzi: si deve proprio a questa regione la nascita del turismo del vino in Italia, grazie alle iniziative Cantine Aperte e Calici sotto le stelle del 1993, oltre al Movimento Turismo del Vino.
Ma le linee guida dell’enoturismo sono state formalizzate solo negli anni Duemila, con la nascita delle “strade del vino”, ossia percorsi tutelati che valorizzano luoghi e produzioni, e solo nel 2019 è stato emanato il cosiddetto Decreto Enoturismo, che regolamenta le visite in cantina, la fatturazione delle attività legate al turismo del vino, le competenze del personale e le linee guida in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica.

 

Legge sull’enoturismo in Toscana

 

Sebbene il decreto sia valido in tutta Italia, alcune regioni stanno ulteriormente perfezionando la legislazione in materia per poter maggiormente tutelare e valorizzare questa forma di turismo, e la Toscana è fra queste. La legge sull’enoturismo in Toscana ha infatti visto uno sviluppo proprio nella primavera dello scorso anno con la Legge regionale 24 maggio 2022, n. 15 (Disciplina dell’oleoturismo e dell’ospitalità agrituristica. Modifiche alla l.r. 30/2003).
Essa regolamenta l’enoturismo in Toscana in materia di:
immobili destinati all’attività agrituristica;
organizzazione di eventi promozionali per prodotti aziendali tradizionali o di qualità;
attività di enoturismo e di oleoturismo e requisiti per il loro svolgimento;
standard qualitativi minimi da rispettare.

 

Nuova definizione di Enoturismo

 

Di particolare interesse la nuova definizione di enoturismo che riportiamo integralmente: “Per enoturismo e oleoturismo si intendono tutte le attività di conoscenza rispettivamente del vino e dell’olio extra-vergine di oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite e dell’olivo, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole e oleicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine e dei vigneti, dei frantoi e degli oliveti”.
L’emanazione di una legge sull’enoturismo in Toscana riveste un’importanza fondamentale, fungendo da baluardo per la tutela dei produttori locali e il sostegno alla loro preziosa attività vinicola. Tale provvedimento garantisce una cornice normativa solida, capace di preservare tradizioni secolari e stimolare l’eccellenza nel settore. Parallelamente, tale legge diventa strumento di protezione per i visitatori, assicurando standard di sicurezza, qualità e autenticità nelle esperienze offerte. In tal modo, si coniuga la valorizzazione del patrimonio enologico con un’accoglienza consapevole e gratificante per tutti coloro che scelgono l’enoturismo in Toscana come forma di viaggio e scoperta.