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Preservare il futuro del Brunello: l’intervista di Forbes a Cristina Mariani-May

Siamo lieti di condividere l’ampia intervista che Emily Price (Forbes) ha dedicato a Cristina Mariani-May, CEO e Presidente di Banfi, un racconto che affronta i temi più attuali per il futuro del Brunello di Montalcino: il cambiamento climatico, l’evoluzione dello stile dei vini, la ricerca scientifica, la sostenibilità e il valore del terroir.

Nell’intervista, Cristina offre una visione sincera e diretta del lavoro che portiamo avanti ogni giorno, mettendo in luce l’impegno della nostra azienda nel preservare autenticità, eleganza e identità del Sangiovese.

Non esiste più una vendemmia tipica

Cristina descrive gli ultimi dieci anni come un periodo in cui la prevedibilità è scomparsa, portando ad esempio la vendemmia 2024:

«È stata una delle annate più sorprendenti di sempre. Giugno fresco e piovoso, un’estate così calda da rallentare la fotosintesi, e poi un settembre insolitamente freddo e instabile. Oggi non esiste più una vendemmia tipica.»

Di fronte a queste condizioni, il nostro lavoro in vigna si basa su un approccio di micro-viticoltura, che Cristina spiega così:

«Gestiamo ogni parcella e, talvolta, ogni singola fila, in base alle sue caratteristiche. Con 29 tipi di suolo e più di 100 microclimi, la precisione è tutto. Questo ci permette di mantenere uve sane, tannini maturi e un profilo alcolico equilibrato, anche in annate complesse.»

 

Legno e Sangiovese: una filosofia di equilibrio

Cristina chiarisce il nostro approccio all’affinamento del Brunello:

«Il legno deve accompagnare, non coprire. Dopo decenni di degustazioni comparative, continuiamo a preferire le botti grandi: preservano l’identità del Sangiovese e rispettano il carattere di Montalcino.»

E aggiunge:

«Per noi, il legno è la casa dove il Brunello riposa e diventa più gentile ed elegante. Ma non deve mai diventare un ingrediente.»

Legno e Sangiovese: una filosofia di equilibrio

Cristina chiarisce il nostro approccio all’affinamento del Brunello:

«Il legno deve accompagnare, non coprire. Dopo decenni di degustazioni comparative, continuiamo a preferire le botti grandi: preservano l’identità del Sangiovese e rispettano il carattere di Montalcino.»

E aggiunge:

«Per noi, il legno è la casa dove il Brunello riposa e diventa più gentile ed elegante. Ma non deve mai diventare un ingrediente.»

L’eleganza come direzione futura

Cristina osserva che la sensibilità contemporanea verso vini più freschi ed equilibrati rappresenta un ritorno allo stile originario del Brunello:

«Oggi eleganza e autenticità vengono finalmente riconosciute come valori. Per noi non è una tendenza: è la conferma della nostra filosofia.»

Cita anche il contributo culturale del progetto Sanguis Jovis, il primo centro studi dedicato esclusivamente al Sangiovese.

Un terroir che racconta milioni di anni di storia

Uno dei momenti più suggestivi dell’intervista riguarda la scoperta del fossile della balenottera “Brunella”, rinvenuto nel 2007 nei pressi del Castello di Poggio alle Mura.

Cristina racconta:

«Quel ritrovamento ha cambiato per sempre il nostro modo di guardare ai suoli. Montalcino è letteralmente ricco di fossili marini del Pliocene: conchiglie, microfossili, sedimenti. È un passato antico che continua a parlare nei nostri vigneti.»

Adattarsi per preservare il Brunello

Guardando ai prossimi anni, Cristina spiega come affrontiamo il cambiamento climatico:

«Stiamo ripensando densità d’impianto, gestione delle chiome e utilizzo dei suoli più freschi. Il nostro obiettivo è mantenere coerenza e identità, adattandoci alla variabilità del clima senza snaturare il Brunello.»

La nostra tenuta, con 2.900 ettari tra vigneti, oliveti, seminativi e aree naturali, gioca un ruolo fondamentale nella tutela della biodiversità.

Accogliere il mondo a Montalcino

Cristina ricorda infine il valore dell’ospitalità:

«Ogni anno accogliamo circa 40.000 visitatori. Attraverso le degustazioni, l’Enoteca, Il Borgo e la nostra Sala dei Grappoli, premiata con la Stella Michelin per il sesto anno consecutivo, raccontiamo la nostra storia a chi arriva da ogni parte del mondo.»

La nostra visione

L’intervista mette in luce l’essenza del nostro lavoro:
preservare la tradizione del Brunello attraverso ricerca, sostenibilità, cultura e consapevolezza del territorio.

Una visione che continua a guidare ogni nostra scelta, oggi e nel futuro.