Stelle Michelin e Castello Banfi

In Toscana sono diversi i ristoranti premiati con stelle Michelin. Tra questi vi è anche il ristorante La Sala dei Grappoli presso Castello Banfi Wine Resort.
Stelle Michelin e Toscana: premiato il ristorante di Castello Banfi
La fama della Toscana e il suo primato tra le mete turistiche più ambite tutto l’anno è dovuto anche all’ospitalità dei suoi abitanti, all’eccellenza nell’accoglienza delle strutture alberghiere e alla ricchezza di prelibatezze enogastronomiche. Qui, i prodotti locali vantano prestigiosi riconoscimenti come la DOP e la DOC, testimonianza della loro autenticità e qualità superlativa, mentre i vini della regione, rinomati e amati in tutto il mondo, sono considerati capolavori che esaltano l’essenza stessa del territorio. Ma l’arte culinaria toscana non si ferma alla qualità dei suoi ingredienti: si riflette anche nell’impeccabile servizio e nella preparazione dei piatti tradizionali. E proprio a questo impegno costante verso l’eccellenza si deve la presenza di numerosi ristoranti con Stelle Michelin in Toscana nel 2023.
Le Stelle Michelin, infatti, rappresentano il culmine della perfezione gastronomica e sono assegnate solo a poche eccellenze nel campo della ristorazione. La presenza di numerosi ristoranti stellati in Toscana è un segno tangibile della passione e della dedizione dei cuochi e degli chef della regione, che con creatività e maestria rielaborano i piatti della tradizione in autentiche opere d’arte culinarie.
Un metodo per scegliere dove andare a mangiare in Toscana è dunque quello di seguire la guida Michelin e affidarsi all’esperienza dei massimi esperti del settore enogastronomico e alberghiero.
Stelle Michelin: la storia
La storia delle stelle Michelin e dell’omonima guida famosa in tutto il mondo affonda le sue radici in un lontano passato, nella Francia del XIX secolo, quando al mondo circolavano solo poche migliaia di automobili.
Il nesso tra le auto e la più rinomata guida della ristorazione può all’apparenza sembrare un enigma, ma il mistero viene subito svelato scoprendo che gli ideatori della guida non sono altri che i fratelli André e Édouard Michelin, fondatori dell’omonima azienda di pneumatici. Il loro obiettivo era pubblicare una guida gratuita per i viaggiatori francesi, allo scopo di promuovere il turismo e quindi incentivare la domanda di automobili e, di conseguenza, di pneumatici.
Con il passare degli anni, la Guida Michelin divenne sempre più popolare grazie alla sua accuratezza, oggettività e dettaglio e cominciò a diventare un punto di riferimento per tutti i viaggiatori che volevano regalarsi un’esperienza enogastronomica di un certo livello. Fu solo nel 1926 che i critici gastronomici iniziarono ad assegnare le famose “Stelle Michelin” per valutare i ristoranti recensiti. Inizialmente, erano solo due categorie:
“una stella” per i ristoranti eccellenti;
“due stelle” per quelli eccezionali.
Con l’evolversi del mondo culinario, la storia delle Stelle Michelin vide l’introduzione della terza stella nel 1931, riservata ai ristoranti straordinari che offrivano esperienze gastronomiche uniche e indimenticabili, come i ristoranti stellati Michelin in Toscana fanno tutt’oggi. Queste stelle divennero rapidamente sinonimo di eccellenza culinaria e attirarono l’attenzione di chef e proprietari di ristoranti in tutto il mondo.
Negli anni successivi, la Guida Michelin si espanse a livello internazionale, arrivando anche in Italia e in Toscana e diventando il più alto riconoscimento nel campo della ristorazione. Oggi, le stelle Michelin rappresentano l’obiettivo supremo per ogni chef ambizioso e il ristorante che può vantarne una o più è annoverato tra le eccellenze gastronomiche del mondo.
L’assegnazione delle stelle avviene ancora oggi grazie a una selezionata squadra di ispettori anonimi che viaggiano in incognito, valutando con cura ogni aspetto dell’esperienza culinaria, dalla qualità del cibo alla maestria tecnica, dal servizio all’atmosfera.
La Sala dei Grappoli
Sono ben 35 i ristoranti con una stella Michelin in Toscana nel 2023: ricca di storia, arte e cultura, questa regione è anche un paradiso gastronomico e, come detto in precedenza, la presenza di così tanti ristoranti insigniti della Stella Michelin in Toscana è la testimonianza più autentica della sua straordinaria varietà ed eccellenza culinaria. Culla di tradizioni gastronomiche centenarie e di prodotti locali pregiati e genuini, la Toscana è anche il luogo dove talentuosi chef stellati coniugano la tradizione con l’innovazione, trasformando ingredienti locali in creazioni culinarie di straordinaria bellezza.
Questo è quello che avviene al Ristorante La Sala dei Grappoli presso Castello Banfi Wine Resort, insignito di una Stella Michelin. Qui Domenico Francone, rinomato chef di origini pugliesi, è stato in grado di realizzare un’interessante fusione tra i sapori della sua terra natale e la raffinata cucina toscana, in particolare quella maremmana. La sua creatività si esprime attraverso la ricerca delle materie prime e lo studio di nuove interpretazoni dei sapori tradizionali e non. Ma quello che rende La Sala dei Grappoli un’eccellenza tra i ristoranti Stellati Michelin della Toscana è anche la sua incantevole e unica location, lo storico Castello Banfi, una fortezza medievale che si erge solennemente tra le soleggiate colline della campagna toscana. La sala interna, da cui il ristorante prende il nome, è superbamente affrescata con voluttuosi grappoli dorati e la terrazza, all’ombra delle mura del castello medievale, offre una vista impareggiabile sui vigneti della tenuta Banfi.

Enoturismo in Toscana: norme e dati

Toscana ed enoturismo: scopri tutti i segreti del binomio per eccellenza del turismo italiano sul blog di Castello Banfi Wine Resort.
Enoturismo in Toscana: cosa sapere
L’enoturismo, pregiato connubio di cultura e degustazione di vini, si configura come un’esperienza sensoriale di rara bellezza, da vivere in luoghi ricchi di fascino e attrattiva, non solo per la ricchezza dei loro suoli, ma anche per i tesori artistici, culturali e paesaggistici che racchiudono. L’enoturismo In Italia, e in Toscana in particolare, una regione patria di vitigni rinomati e tradizioni millenarie, trova una delle sue massime espressioni. L’enoturismo in Toscana offre infatti l’opportunità di immergersi nella cultura enologica, di degustare vini di gran pregio e di abbracciare l’autenticità di una tradizione millenaria, regalando un viaggio indimenticabile.
Toscana ed enoturismo è un binomio simbolo dell’eccellenza italiana nel settore turistico dato che, secondo gli ultimi dati, sono circa 14 milioni i visitatori che ogni anno si recano tra le verdi colline e i rigogliosi vigneti di questa regione per visitare le storiche cantine, dove l’arte dei viticoltori si sposa con la bellezza dei paesaggi, e per concedersi qualche giorno di relax immersi nella natura presso gli incantevoli borghi e wine resort, come Castello Banfi Wine Resort presso Poggio alle Mura.
Enoturismo in Toscana: i dati
Ma approfondiamo brevemente i dati sull’enoturismo in Toscana. Secondo l’ultimo rapporto Coldiretti/Ixè, l’enoturismo in Italia è un fenomeno che coinvolge il 58% degli italiani: il buon cibo e il buon vino sono infatti alcune delle ragioni principali per cui una città viene scelta come meta turistica per il 56% degli intervistati. Nel caso della Toscana poi, dove il turismo enogastronomico si fonde con il turismo d’arte e quello naturalistico, i numeri sono ancora più positivi.
L’enoturismo in Toscana è ormai un fenomeno così consolidato da essere tra i più attrattivi del panorama italiano. In fatto di turismo legato al vino questa regione si colloca inoltre al terzo posto, dopo Piemonte e Campania (secondo i dati Isnart per Enit), per la presenza nei pacchetti turistici “food and wine”. In base ai dati sull’enoturismo in Toscana del 2022, elaborati dall’Ufficio regionale di Statistica, i turisti sono stati oltre 13 i milioni e più di 42,7 milioni i pernottamenti, con un forte incremento rispetto al 2021.
Il grande successo dell’enoturismo in Toscana si riscontra anche sui canali social: le visite alle pagine delle offerte relative al turismo del vino sono cresciute da marzo 2021 a febbraio 2022 del 136,29%.
Inoltre, l’enoturismo in Toscana alimenta, oltre al settore turistico anche quello produttivo, con un notevole giro di affari. Secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore del Vino DOP IGP in Toscana vale 1004 milioni di euro (86,9% del totale di produzioni certificate del Paese). È quanto afferma Roberta Garibaldi, vicepresidente del Comitato Turismo dell’Ocs, una delle massime esperte di enoturismo in Toscana e in Italia.
Regione Toscana e enoturismo: una storia antica
Il primato della Toscana nel settore enoturistico è antico, anzi: si deve proprio a questa regione la nascita del turismo del vino in Italia, grazie alle iniziative Cantine Aperte e Calici sotto le stelle del 1993, oltre al Movimento Turismo del Vino.
Ma le linee guida dell’enoturismo sono state formalizzate solo negli anni Duemila, con la nascita delle “strade del vino”, ossia percorsi tutelati che valorizzano luoghi e produzioni, e solo nel 2019 è stato emanato il cosiddetto Decreto Enoturismo, che regolamenta le visite in cantina, la fatturazione delle attività legate al turismo del vino, le competenze del personale e le linee guida in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica.
Legge sull’enoturismo in Toscana
Sebbene il decreto sia valido in tutta Italia, alcune regioni stanno ulteriormente perfezionando la legislazione in materia per poter maggiormente tutelare e valorizzare questa forma di turismo, e la Toscana è fra queste. La legge sull’enoturismo in Toscana ha infatti visto uno sviluppo proprio nella primavera dello scorso anno con la Legge regionale 24 maggio 2022, n. 15 (Disciplina dell’oleoturismo e dell’ospitalità agrituristica. Modifiche alla l.r. 30/2003).
Essa regolamenta l’enoturismo in Toscana in materia di:
immobili destinati all’attività agrituristica;
organizzazione di eventi promozionali per prodotti aziendali tradizionali o di qualità;
attività di enoturismo e di oleoturismo e requisiti per il loro svolgimento;
standard qualitativi minimi da rispettare.
Di particolare interesse la nuova definizione di enoturismo che riportiamo integralmente: “Per enoturismo e oleoturismo si intendono tutte le attività di conoscenza rispettivamente del vino e dell’olio extra-vergine di oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite e dell’olivo, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole e oleicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine e dei vigneti, dei frantoi e degli oliveti”.
L’emanazione di una legge sull’enoturismo in Toscana riveste un’importanza fondamentale, fungendo da baluardo per la tutela dei produttori locali e il sostegno alla loro preziosa attività vinicola. Tale provvedimento garantisce una cornice normativa solida, capace di preservare tradizioni secolari e stimolare l’eccellenza nel settore. Parallelamente, tale legge diventa strumento di protezione per i visitatori, assicurando standard di sicurezza, qualità e autenticità nelle esperienze offerte. In tal modo, si coniuga la valorizzazione del patrimonio enologico con un’accoglienza consapevole e gratificante per tutti coloro che scelgono l’enoturismo in Toscana come forma di viaggio e scoperta.