Nel 2008 il vino italiano più famoso al mondo, il Brunello di Montalcino, si è improvvisamente trovato in mezzo ad un ciclone mediatico, pari solo a quello sullo scandalo del metanolo. Il prestigio e le dimensioni di Castello Banfi, l’azienda che è stata promotrice del successo di Montalcino e del suo blasonato vino in tutto il mondo, l’hanno esposta ad attacchi senza precedenti. “Questo si è unito alla gravissima crisi finanziaria mondiale, scoppiata proprio a settembre 2008, ” dichiara Remo Grassi, Direttore delle Risorse Umane dell’azienda montalcinese, “costringendoci in una difficilissima posizione. Nonostante le gravi perdite economiche, dovute principalmente alla congiuntura di questi due fattori, siamo riusciti, però, a mantenere praticamente integra la nostra forza lavoro.”. Le unità lavorative nei vari settori sono rimaste invariate rispetto agli anni precedenti. “Abbiamo evitato la cassa integrazione, o peggio ancora i licenziamenti, ” continua Remo Grassi “cercando di massimizzare le nostre risorse lavorative, quando necessario spostando anche intere squadre da un settore dell’azienda ad un altro.” Banfi, che tanto in passato ha fatto per il territorio di Montalcino, anche in questa occasione ha saputo comportarsi da leader.