Enoturismo in Toscana: norme e dati

Toscana ed enoturismo: scopri tutti i segreti del binomio per eccellenza del turismo italiano sul blog di Castello Banfi Wine Resort.
Enoturismo in Toscana: cosa sapere
L’enoturismo, pregiato connubio di cultura e degustazione di vini, si configura come un’esperienza sensoriale di rara bellezza, da vivere in luoghi ricchi di fascino e attrattiva, non solo per la ricchezza dei loro suoli, ma anche per i tesori artistici, culturali e paesaggistici che racchiudono. L’enoturismo In Italia, e in Toscana in particolare, una regione patria di vitigni rinomati e tradizioni millenarie, trova una delle sue massime espressioni. L’enoturismo in Toscana offre infatti l’opportunità di immergersi nella cultura enologica, di degustare vini di gran pregio e di abbracciare l’autenticità di una tradizione millenaria, regalando un viaggio indimenticabile.
Toscana ed enoturismo è un binomio simbolo dell’eccellenza italiana nel settore turistico dato che, secondo gli ultimi dati, sono circa 14 milioni i visitatori che ogni anno si recano tra le verdi colline e i rigogliosi vigneti di questa regione per visitare le storiche cantine, dove l’arte dei viticoltori si sposa con la bellezza dei paesaggi, e per concedersi qualche giorno di relax immersi nella natura presso gli incantevoli borghi e wine resort, come Castello Banfi Wine Resort presso Poggio alle Mura.
Enoturismo in Toscana: i dati
Ma approfondiamo brevemente i dati sull’enoturismo in Toscana. Secondo l’ultimo rapporto Coldiretti/Ixè, l’enoturismo in Italia è un fenomeno che coinvolge il 58% degli italiani: il buon cibo e il buon vino sono infatti alcune delle ragioni principali per cui una città viene scelta come meta turistica per il 56% degli intervistati. Nel caso della Toscana poi, dove il turismo enogastronomico si fonde con il turismo d’arte e quello naturalistico, i numeri sono ancora più positivi.
L’enoturismo in Toscana è ormai un fenomeno così consolidato da essere tra i più attrattivi del panorama italiano. In fatto di turismo legato al vino questa regione si colloca inoltre al terzo posto, dopo Piemonte e Campania (secondo i dati Isnart per Enit), per la presenza nei pacchetti turistici “food and wine”. In base ai dati sull’enoturismo in Toscana del 2022, elaborati dall’Ufficio regionale di Statistica, i turisti sono stati oltre 13 i milioni e più di 42,7 milioni i pernottamenti, con un forte incremento rispetto al 2021.
Il grande successo dell’enoturismo in Toscana si riscontra anche sui canali social: le visite alle pagine delle offerte relative al turismo del vino sono cresciute da marzo 2021 a febbraio 2022 del 136,29%.
Inoltre, l’enoturismo in Toscana alimenta, oltre al settore turistico anche quello produttivo, con un notevole giro di affari. Secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore del Vino DOP IGP in Toscana vale 1004 milioni di euro (86,9% del totale di produzioni certificate del Paese). È quanto afferma Roberta Garibaldi, vicepresidente del Comitato Turismo dell’Ocs, una delle massime esperte di enoturismo in Toscana e in Italia.
Regione Toscana e enoturismo: una storia antica
Il primato della Toscana nel settore enoturistico è antico, anzi: si deve proprio a questa regione la nascita del turismo del vino in Italia, grazie alle iniziative Cantine Aperte e Calici sotto le stelle del 1993, oltre al Movimento Turismo del Vino.
Ma le linee guida dell’enoturismo sono state formalizzate solo negli anni Duemila, con la nascita delle “strade del vino”, ossia percorsi tutelati che valorizzano luoghi e produzioni, e solo nel 2019 è stato emanato il cosiddetto Decreto Enoturismo, che regolamenta le visite in cantina, la fatturazione delle attività legate al turismo del vino, le competenze del personale e le linee guida in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica.
Legge sull’enoturismo in Toscana
Sebbene il decreto sia valido in tutta Italia, alcune regioni stanno ulteriormente perfezionando la legislazione in materia per poter maggiormente tutelare e valorizzare questa forma di turismo, e la Toscana è fra queste. La legge sull’enoturismo in Toscana ha infatti visto uno sviluppo proprio nella primavera dello scorso anno con la Legge regionale 24 maggio 2022, n. 15 (Disciplina dell’oleoturismo e dell’ospitalità agrituristica. Modifiche alla l.r. 30/2003).
Essa regolamenta l’enoturismo in Toscana in materia di:
immobili destinati all’attività agrituristica;
organizzazione di eventi promozionali per prodotti aziendali tradizionali o di qualità;
attività di enoturismo e di oleoturismo e requisiti per il loro svolgimento;
standard qualitativi minimi da rispettare.
Di particolare interesse la nuova definizione di enoturismo che riportiamo integralmente: “Per enoturismo e oleoturismo si intendono tutte le attività di conoscenza rispettivamente del vino e dell’olio extra-vergine di oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite e dell’olivo, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole e oleicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine e dei vigneti, dei frantoi e degli oliveti”.
L’emanazione di una legge sull’enoturismo in Toscana riveste un’importanza fondamentale, fungendo da baluardo per la tutela dei produttori locali e il sostegno alla loro preziosa attività vinicola. Tale provvedimento garantisce una cornice normativa solida, capace di preservare tradizioni secolari e stimolare l’eccellenza nel settore. Parallelamente, tale legge diventa strumento di protezione per i visitatori, assicurando standard di sicurezza, qualità e autenticità nelle esperienze offerte. In tal modo, si coniuga la valorizzazione del patrimonio enologico con un’accoglienza consapevole e gratificante per tutti coloro che scelgono l’enoturismo in Toscana come forma di viaggio e scoperta.

Abbazia Sant’Antimo: orari e percorso

Come visitare l’Abbazia di Sant’Antimo? Con Castello Banfi trovi tutte le informazioni su prezzi e come arrivare, oltre alle foto del monumento.
Abbazia Sant’Antimo: info utili e come arrivarci
Situata nel cuore della Toscana, circondata da dolci colline e vigneti che si estendono a perdita d’occhio, l’Abbazia di Sant’Antimo, un gioiello architettonico incastonato nella tranquilla campagna di Montalcino, sorge a pochi chilometri dal Castello Banfi Wine Resort. Questa antica abbazia benedettina, risalente al XII secolo, è un esempio sublime di eleganza e spiritualità, una testimonianza vivente di un passato glorioso che attira ancora oggi numerosi turisti, fedeli e non.
L’Abbazia di S. Antimo, infatti, è molto più di una semplice attrazione turistica: è un santuario di pace e riflessione, un luogo dove la storia si fonde con la spiritualità. Ogni pietra, ogni affresco, ogni scultura ha una storia da raccontare e un messaggio da trasmettere. Ecco perché dell’Abbazia di Sant’Antimo foto e immagini non bastano a trasmettere l’atmosfera che vi si respira, ma possono stimolare la curiosità dei turisti che visitano questa zona della Toscana.
Le origini dell’Abbazia di S. Antimo a Montalcino risalgono a Carlo Magno, che fece costruire nel 781, secondo la tradizione, una cappella a pianta rettangolare con abside chiamata Cappella Carolingia e che oggi è adibita a sagrestia.
Abbazia di Sant’Antimo: l’esterno
Il viaggiatore che dal vicinissimo Castello Banfi Wine Resort si approccia all’abbazia, viene subito colpito dalla sua mole e dell’altezza del campanile, che si erge maestosamente tra le colline; nell’avvicinarsi, lo accoglie una facciata romantica che rivela una bellezza austera e antica: le linee pure e sobrie, gli archi eleganti e le finestre adornate con dettagli intricati evocano una sensazione di grazia e armonia.
Abbazia di Sant’Antimo: l’interno
Una volta all’interno, dopo aver attraversato il portale con architrave scolpito, si viene accolti da un’atmosfera di calma e contemplazione. La luce naturale filtra attraverso le vetrate, decorando il pavimento di pietra con sfumature di luce e ombre e regalando alcune delle più belle immagini dell’Abbazia di Sant’Antimo a Montalcino.
Il presbiterio, dominato dall’altare maggiore, è un capolavoro di arte e devozione, su cui spicca un crocifisso medievale, mentre la cripta ospita il sepolcro di Sant’Antimo con le sue reliquie.
Il complesso dell’Abbazia Sant’Antimo
Accanto all’abbazia si trova il Chiostro, un incantevole angolo di paradiso dove un tempo si affacciavano tutti gli edifici afferenti all’abbazia, con un cortile quadrangolare porticato presso cui passeggiare all’ombra godendosi la pace e il silenzio del luogo, e l’Ospitalia, la foresteria che ospita ancora oggi piccoli gruppi dediti alla preghiera e al ritiro spirituale.
Più vivace e brulicante di vita è invece la Farmacia monastica, che sorge nell’antica Sala del Tesoro, e offre la possibilità di toccare con mano i risultati della regola benedettina “Ora et labora”. Nella Farmacia, infatti, vengono venduti numerosi prodotti per la cura del corpo a base di erbe officinali coltivate nei pressi dell’Abbazia, frutto dell’antica sapienza dei monaci, e prodotti del lavoro della terra, come miele, tisane, caramelle e confetture di frutta. Rinomati in tutto il territorio sono anche le birre artigianali dell’Abbazia di Sant’Antimo preparate con una ricetta segreta, e l’amaro di Sant’Antimo, a base di Erba Carlina, utilizzata per lenire le sofferenze dei soldati di Carlo Magno in visita all’Abbazia.
Del complesso benedettino fa parte anche l’Oliveta, una ricca e lussureggiante area del monastero dedicata alla coltivazione degli ulivi, dai quali si produce un olio extra vergine d’oliva di altissima qualità, l’Apiario per la produzione di miele artigianale e il Giardino di Santa Ildegarda in cui è possibile ammirare le piante officinali utilizzate per curare i malati.
Abbazia di Sant’Antimo: gli orari
L’Abbazia di Sant’Antimo a Montalcino rispetta i seguenti orari di apertura al pubblico:
1 novembre – 31 marzo: tutti i giorni dalle ore 10.30 – 17.00
1 aprile – 30 settembre: tutti i giorni ore 10.00 – 18.30
1 ottobre – 31 ottobre: tutti i giorni ore 10.00 – 18.00
Si ricorda che la domenica e nei giorni festivi viene celebrata alle ore 10.00 la Santa Messa, e l’ingresso è consentito soltanto al termine della funzione.
Dove dormire se si vuole visitare l’Abbazia di Sant’Antimo a Montalcino
Per poter visitare in tranquillità l’Abbazia di Sant’Antimo, pernottare al Castello Banfi Wine Resort è la scelta migliore. La struttura, anch’essa immerse in un’oasi di pace tra le verdi colline coltivate a vitigni e uliveti, offre un ottimo punto di partenza per raggiungere l’abbazia in mattinata, dopo aver fatto un’abbondante colazione, dato che dista soltanto pochi chilometri da questa rinomata meta turistica. Anche la strada che separa il resort dall’abbazia, facilmente percorribile, senza tornanti pericolosi né traffico intenso, rappresenta a suo modo un’attrazione, un incantevole percorso che conduce ad una meta ancora più incantevole.
Abbazia Sant’Antimo: come arrivare
Partendo dal Castello Banfi Wine Resort è possibile raggiungere l’Abbazia di S. Antimo attraverso due strade:
una volta usciti dal resort, vi basterà raggiungere Poggio alle Mura e prendere la Strada Provinciale “La Maremma”/SP117 e subito dopo la SP114 per circa 14 km che si snodano attraverso la bellissima campagna toscana, tra immense distese di filari lussureggianti e casette coloniche d’altri tempi, oppure all’ombra della rigogliosa vegetazione spontanea. In meno di mezz’ora raggiungere l’Abbazia di Sant’Antimo da sud e il suo pratico parcheggio;
in alternativa, potete arrivare all’Abbazia Sant’Antimo da nord, passando per Montalcino. Dopo aver lasciato Castello Banfi Wine Resort,prendete la Strada Provinciale “La Maremma”/SP117, questa volta in direzione Montalcino. Una volta arrivati al borgo, prendete la Strada Provinciale della Badia di Sant’Antimo, che vi porterà dopo circa 10 km alla vostra destinazione.

Termini per la degustazione del vino

Dalla limpidezza alla fluidità, ecco una lista della terminologia adatta per descrivere le caratteristiche del vino durante una degustazione.

La terminologia completa per la degustazione del vino
Sono sempre di più gli italiani che scelgono di provare un’esperienza di degustazione di vini offerta dalle più prestigiose enoteche o un menu di degustazione che abbini piatti gourmet e vini selezionati presso ristoranti di alta classe come il Ristorante La Sala dei Grappoli nei pressi di Montalcino. Ecco perché, per poter vivere al meglio l’esperienza, è anche utile dotarsi di una terminologia per la degustazione del vino completa e accurata, che permetta di cogliere appieno l’armonia degli accostamenti e le mille sfumature nascoste in un calice di vino.
Scheda degustazione vini: cos’è e perché è importante
Conoscere quali termini usare è importante anche se si vuole compilare – o leggere – la scheda di degustazione dei vini, un prezioso alleato che permette di organizzare le sensazioni provate durante l’esperienza di degustazione.
Il modello più diffuso è la scheda di degustazione vino AIS (Associazione Italiana Sommelier), ma anche quella FISAR (Federazione Italiana Sommelier, Albergatori e Ristoratori): entrambe si basano sull’analisi dei tre aspetti fondamentali dell’analisi sensoriale effettuata durante la degustazione:
esame visivo
esame olfattivo
esame gustativo
Ecco quindi una breve lista con la terminologia di degustazione del vino utile per compilare una scheda di degustazione vino e per poter apprezzare il vero valore di una bottiglia pregiata, cogliendo tutte le sfumature e le particolarità che essa racchiude.
Terminologia di degustazione del vino con esame visivo
Descrivere le caratteristiche visive del vino è il primo passo nell’esperienza di degustazione. L’esperienza infatti comincia proprio con la vista, e un ruolo fondamentale è giocato dal colore, dalla limpidezza e dalla fluidità del vino.
Colore
Il colore del vino è il primo elemento da considerare durante l’esame visivo: distinguere le diverse sfumature di colore e i relativi riflessi richiede molta pratica, ma con il tempo si può imparare a distinguere un vino giallo paglierino da uno giallo dorato.
Limpidezza
La limpidezza di un vino dipende dalla presenza o meno di particelle in sospensione, come lieviti, sedimenti o altre sostanze che potrebbero rendere il vino torbido o opaco. Un vino limpido appare cristallino e brillante ed è indice di una maggiore qualità e cura nella produzione del vino, soprattutto quando si parla di spumanti.
Fluidità
Nella terminologia di degustazione del vino, la fluidità è una caratteristica che si misura attraverso il “gesto tecnico” di rotazione del calice e l’osservazione degli archetti che il vino lascia sui bordi: più ampi sono gli archetti, meno fluido sarà il vino.
Terminologia di degustazione del vino con esame olfattivo
Il secondo senso coinvolto nella degustazione è l’olfatto: il bouquet di profumi e aromi sprigionati dal vino è frutto non solo di un’accurata selezione delle uve, ma anche di un attento processo di affinamento in botti particolari, che arricchiscono l’odore naturale del vino.
Intensità
L’intensità del vino si coglie attraverso il primo impatto del vino con il senso dell’olfatto: si è soliti portare tutto il bicchiere al naso, inclinandolo leggermente, e fare respiri lenti e regolari.
Descrizione
La descrizione serve a definire la tipologia di profumi che caratterizzano un vino (floreale, fruttato, ecc.) e, più in profondità, per riconoscere le singole essenze che solleticano l’olfatto.
Terminologia di degustazione del vino con esame gustativo
L’esame gustativo è l’ultima parte del processo di degustazione: il significato dell’intera esperienza si concretizza quando le prime gocce di vino toccano la lingua e il palato, aprendo le porte a infinite sensazioni.
Effervescenza vino
L’effervescenza del vino, distinguibile soltanto per i vini frizzanti e gli spumanti, consiste nel valutare la grandezza delle bollicine e la loro persistenza, ossia se restano o meno visibili nel calice dopo che il vino è stato versato. La presenza delle bollicine serve anche a chiarire se il vino può essere associato a determinati alimenti con funzione sgrassante, per cui è importante che questa caratteristica sia inserita nella scheda di degustazione del vino se lo si accompagna con dei cibi.
Persistenza vino
La persistenza del vino, all’interno dell’ampia terminologia per la degustazione dei vini, ricopre un ruolo di primo piano: indica quanto la prima sensazione gustativa prodotta dal vino persiste nel palato, anche quando si è deglutito.
Corposità
La corposità del vino si riferisce alla sensazione di pienezza, peso e consistenza che si avverte in bocca quando si degusta un vino. È una caratteristica che indica la presenza di sostanze solide, come tannini, zuccheri residui ed estratti, che contribuiscono alla struttura del vino.
Acidità
La quantità di acidi presenti nel vino ne determina la sua acidità, che può essere percepita attraverso una sensazione di pizzicore o di freschezza sulla lingua. Conferisce vitalità e struttura al vino, contribuendo a bilanciare il sapore dolce degli zuccheri residui e la percezione dei tannini nel caso dei vini rossi.
Sapidità
La sapidità è una caratteristica meno comune rispetto ad altri gusti nel vino, come l’acidità o la dolcezza, ma è ugualmente importante quando si parla di terminologia di degustazione dei vini. Essa dipende principalmente dalla presenza di sali minerali nel terreno, che i viticoltori selezionano accuratamente.
Dolcezza
La dolcezza del vino è determinata dalla presenza di zuccheri naturali residui, che non sono stati completamente convertiti in alcol durante la fermentazione. Nella terminologia della degustazione dei vini si utilizzano le parole come “brut”, “extra-dry”, “secco”, “semisecco”, “abboccato” o “dolce”, per fornire un’indicazione approssimativa del livello di dolcezza percepito nei vini e negli spumanti.
Gradazione alcolica
La gradazione alcolica, indicata sulla scheda di degustazione del vino ma anche sull’etichetta, rappresenta la percentuale di alcol presente nel vino in rapporto al volume totale. È una misura che informa circa la concentrazione di alcol nel vino e viene espressa come un valore percentuale. La gradazione alcolica del vino può influenzare la percezione sensoriale e il corpo del vino: un vino con una gradazione alcolica più elevata può essere percepito come più corposo, caldo o intenso, mentre un vino con una gradazione alcolica più bassa può apparire più leggero o fresco.

Cosa vedere vicino a Montalcino?

Che cosa visitare nelle vicinanze di Montalcino? Scopri le attrazioni più e meno turistiche vicine a questa città toscana.
Cosa vedere vicino a Montalcino: 10 cose da visitare
Montalcino, incantevole borgo medievale incastonato tra le colline della Toscana, è famosa in tutto il mondo per i suoi vini d’eccellenza, come l’amatissimo Brunello di Montalcino; ma, oltre alla rinomata produzione vinicola, la città e i suoi dintorni offrono anche molte altre attrazioni e luoghi suggestivi da visitare. Ecco cosa vedere vicino a Montalcino.
Centro storico di Montalcino e Fortezza
Con la sua storia millenaria, Montalcino incanta i visitatori con il suo fascino senza tempo e offre un’esperienza di viaggio raffinata e appagante. Avvolto da mura medievali ben conservate, il borgo di Montalcino è ricco di strade acciottolate e antiche case in pietra, che evocano immagini di un’epoca passata. Camminare attraverso il centro storico è come immergersi in una dimensione fiabesca, dove le architetture medievali svelano le loro storie intrise di tradizione e nobiltà: chiedersi cosa c’è da vedere a Montalcino significa in realtà domandarsi se si è pronti a fare un meraviglioso viaggio nel passato.
Uno degli elementi più iconici di Montalcino è la sua imponente Fortezza, che svetta maestosa sulla cima del borgo. Costruita nel XIV secolo, offre una vista panoramica mozzafiato sulla campagna circostante, permettendo agli occhi di perdersi tra le dolci colline toscane, i filari di viti e gli uliveti, creando un quadro di rara bellezza. Spesso è anche la sede di numerosi eventi culturali, tra cui il rinomato Jazz & Wine in Montalcino, un festival dedicato alla musica e al buon vino. Ma cosa c’è vicino a Montalcino?
Borghi vicino a Montalcino
I borghi vicino a Montalcino più belli da visitare sono Pienza, la “città ideale” rinnovata da Papa Pio II nel XV e diventata patrimonio dell’UNESCO per le sue bellezze architettoniche, tra cui Piazza Piccolomini e il Duomo; Bagno Vignoni, che sorge su una sorgente d’acqua naturale che affiora quasi come per magia nella grande vasca al centro della piazza; Castiglione d’Orcia, un piccolo paesino su cui svetta la Rocca di Tentennano, un’antica torre medievale oggi sede di mostre ed eventi culturali; e Buonconvento, con la sua magnifica Torre dell’Orologio e il Palazzo Podestarile, su cui è ancora possibile ammirare il 25 stemmi degli antichi podestà di questo borgo vicino a Montalcino.
Museo della Bottiglia e del Vetro
Il Museo della Bottiglia e del Vetro, intitolato a Giovanni F. Mariani, è situato all’interno dell’incantevole Castello Banfi Wine Resort, un castello trecentesco nel cuore del borgo di Poggio alle Mura, il che lo rende un museo nel museo. È infatti possibile ammirare i vecchi ambienti del castello, come la vecchia scuderia e il frantoio, dove si conserva ancora il macchinario originale del 1857, mentre si segue il percorso espositivo dedicato alla storia della produzione del vetro, dai bellissimi reperti romani in pasta vitrea del V e del IV secolo a.C. fino alla stupenda opera di Picasso, la Portatrice.
Cosa fare e vedere in val d’Orcia
Ma Montalcino è solo l’inizio di un viaggio indimenticabile nella Val d’Orcia, un paesaggio mozzafiato che si estende oltre i confini del borgo. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, la Val d’Orcia è un susseguirsi di colline modellate dall’agricoltura e punteggiate da incantevoli borghi medievali.
Ogni scorcio rivela una bellezza intramontabile, un paesaggio dipinto con colori caldi e armoniosi che fanno da cornice a strade tortuose, campi di grano dorato, cipressi maestosi e vigneti ordinati. Se vi state chiedendo cosa fare e vedere in val d’Orcia, le possibilità sono moltissime, sia che si tratti di rilassarsi in un magnifico wine resort sia che si tratti di scoprire le bellezze naturalistiche con escursioni, trekking e passeggiate, molto spesso accompagnate da percorsi di degustazione presso le cantine del luogo.
Relax a Castello Banfi Wine Resort
Una vacanza in Val d’Orcia si trasforma così in un’esperienza immersiva e di relax alla scoperta del mondo del vino. Tra le cose da vedere vicino a Montalcino spicca infatti Castello Banfi Wine Resort, un borgo medievale da fiaba a pochi passi da Montalcino. Qui potrete vivere l’esperienza di soggiornare in un autentico castello medievale: le camere e le suites dell’Hotel Il Borgosono state realizzate ristrutturando una parte di edifici del castello, in un’armoniosa combinazione tra antico e moderno, tra tradizione e comfort.
Potrete inoltre approfondire le vostre conoscenze enologiche attraverso tour guidati alle cantine Banfi o deliziosi pranzi presso il ristoranteLa Taverna.
Visite alle cantine
Una risposta esaustiva alla domanda cosa vedere a Montalcino non può fare a meno di includere dunque la visita alle cantine e alle enoteche nei dintorni. Questo viaggio alla scoperta del mondo del vino vi darà la possibilità di visitare vere cantine e osservare da vicino il processo produttivo del vino, ammirando come le tecnologie di ultima generazione camminino sempre di pari passo con le tradizioni secolari. In alcuni luoghi, come per esempio L’Enoteca, una caratteristica bottega toscana nel Castello Banfi Wine Resort, è possibile acquistare le bottiglie più pregiate e degustare i prodotti locali e le eccellenze enogastronomiche del territorio.

Cosa si mangia a Pasqua in Toscana?

Agnello, salumi tipici e tradizioni: ecco come si celebra il periodo pasquale nella regione Toscana.
Pasqua in Toscana: le tradizioni gastronomiche
Trascorrere la Pasqua in Toscana è un’occasione straordinaria per immergersi in un viaggio gastronomico che celebra la ricca tradizione culinaria di questa incantevole regione. Il cibo diventa un’esperienza sensoriale che si svela attraverso sapori autentici, prelibatezze raffinate e paesaggi da fiaba. Piatti della tradizione preparati con ingredienti di prima scelta, coltivati con cura e amore, e castelli medievali arroccati sulle verdi colline coltivate a viti e ulivi si uniscono in una sinfonia di gusto e di emozione che racconta l’anima della Toscana.
Ogni piatto servito sulla tavola pasquale porta con sé secoli di storia e un legame profondo con il territorio e i suoi prodotti genuini. Ma cosa si mangia a Pasqua in Toscana? Quali sono i cibi tradizionali di Pasqua che si possono gustare in questa regione?
Antipasto con prodotti locali
Per rispondere alla domanda cosa si mangia a Pasqua in Toscana è bene partire dal principio, ossia dagli antipasti, a base principalmente di salumi e formaggi. In Toscana, parlare però di salumi e formaggi è come aprire le porte ad un tripudio di sapori, una vera e propria festa dei sensi, data la grande varietà e soprattutto qualità di tali prodotti.
I salumi e i formaggi toscani
I salumi locali, quali il delicato prosciutto crudo, l’aromatica finocchiona e il gustoso salame toscano, sprigionano profumi e sapori avvincenti, mentre i formaggi di pecora e di mucca, tra cui spiccano il pregiato pecorino toscano, donano al palato una cremosità divina e un abbraccio di gusto ineguagliabile. Ogni morso trasmette un’estasi gustativa, un’armonia di sapori che stuzzica il palato e lo prepara a un pranzo pasquale ricco di gusto.
I fegatini di pollo su pane toscano
Anche i fegatini di pollo sono un classico intramontabile della cucina toscana, specialmente a Pasqua. Saltati in padella con aglio, cipolla, salvia e vino bianco e serviti caldi sui tradizionali crostini di pane toscano, hanno una consistenza morbida e un gusto intenso, una vera prelibatezza da gustare in famiglia in un giorno di festa.
La torta pasqualina
Infine, sulle tavole non manca mai la torta pasqualina, una torta salata a base di pasta sfoglia, ripiena di un gustoso impasto di spinaci, ricotta, uova sode e formaggio grattugiato. La preparazione tipica prevede la realizzazione di uno o più strati di ripieno all’interno della sfoglia, con gli strati di spinaci e ricotta intervallati da uova sode intere. Questo schema crea un piatto succulento e saporito, molto amato per la sua combinazione di sapori e consistenze.
Primi piatti: pasta fatta in casa
Una tradizione pasquale da rispettare in cucina, non solo in Toscana, ma in tutta Italia, è quella della pasta fatta in casa: che si tratti di pici, tortellini o lasagne, il primo piatto di questa domenica speciale deve essere preparato a mano.
Dunque cosa si mangia a Pasqua in Toscana? Si preferiscono in generale i pici, una pasta dalla tradizione secolare simile a spaghetti molto spessi, conditi con un ragù denso e ricco di gusto, oppure i tortelli mugellani, grandi tortelli di pasta fresca fatta in casa e ripieni di patate aromatizzate.
Secondo d’agnello
Il protagonista indiscusso dei secondi piatti della tradizione pasquale toscana è l’agnello, cotto al forno o arrosto, accompagnato da erbe aromatiche e dal cosiddetto pane ramerino, un pane tradizionale toscano dalla crosta croccante e dorata e dalla mollica morbida e profumata.
Ma quando ci si chiede cosa si mangia a Pasqua in Toscana, la risposta che mette tutti d’accordo è il buglione d’agnello, uno stufato di carne d’agnello marinato nel vino. Prepararlo secondo la tradizione richiede tempo e precisione, nonché un tegame di ferro in cui cuocere il tutto. La marinatura infatti deve durare almeno otto ore, per fare in modo che tutti gli aromi impregnino a dovere la carne. Da non dimenticare come accompagnamento, da servire direttamente nel piatto, i crostini di pane toscano leggermente scottati. La parola buglione significa in dialetto maremmano “insieme di cose”, proprio perché gli ingredienti vengono cotti e serviti tutti insieme.
Pasqua in Toscana: i luoghi dove trovare i cibi tradizionali di Pasqua
Conoscere quali sono i cibi tradizionali di Pasqua in Toscana è solo il primo passo per un’esperienza immersiva nelle tradizioni festive di questa magnifica regione: per comprenderne appieno la bellezza è indispensabile gustare questi tipici della tradizione in un ristorante tipico toscano. A questo proposito non c’è luogo migliore del ristorante La Taverna, un caratteristico ristorante toscano situato nelle vecchie cantine di Castello Banfi, nei presso di Montalcino, e arredato secondo la tradizione, con tavoli in legno pregiato che richiamano le botti di vino che un tempo riposavano in quelle stesse stanze, con le volte a vista e magnifici arazzi che ritraggono la lussureggiante campagna toscana. Un ambiente intimo e accogliente, perfetto per un pranzo di Pasqua in famiglia all’insegna dei piatti tipici della tradizione.
Più raffinato ma di certo non meno accogliente è il Ristorante La Sala dei Grappoli, all’ombra dello storico Castello Banfi, in una sala dal soffitto con travi in legno a vista e con le pareti decorate con superbi grappoli dorati, dove poter vivere una vera esperienza enogastronomica di lusso.

Resort in Val d’Orcia in Toscana

Trekking, degustazioni, esperienze uniche: affidati a Castello Banfi Wine Resort per la tua permanenza in Val d’Orcia.
Resort in Val d’Orcia: come scegliere quello giusto?
La Val d’Orcia, patrimonio dell’UNESCO, è costellata da alberghi, hotel e resort, essendo questa una meta turistica molto gettonata in ogni periodo dell’anno. Per questo, quando si sceglie il resort in Val d’Orcia in cui soggiornare a contatto con la natura, bisogna valutare bene tutte le alternative, basando la propria scelta sulla distanza dalle attrazioni turistiche, i comfort, le attività e le esperienze che le diverse strutture hanno da offrire.
Una vacanza in Val d’Orcia, in resort o in B&B, si rivela è una ricca esperienza: i visitatori possono dedicarsi a un ventaglio di attività molto ampio, cullati dalla bellezza dei panorami senza tempo.
Castello Banfi Wine Resort in Val d’Orcia
Quando si visita la Val d’Orcia, il resort dunque deve essere quello giusto, e Castello Banfi Wine Resort si rivela il luogo perfetto per la vostra vacanza in Toscana sia che vogliate concedervi qualche giorno di relax e benessere, sia che desiderate dedicarvi alle tante attività in programma.
Quello che distingue il Castello Banfi Wine Resort dagli altri resort in Val d’Orcia in Toscana è il magistrale connubio tra ambienti d’altri tempi e comfort moderno, tra ospitalità calorosa e meticolosa attenzione ai dettagli. Questo incantevole wine resort in Val d’Orcia in Toscana è un’oasi di lusso che sorge in un autentico borgo medievale nel cuore della Val d’Orcia, e offre un rifugio raffinato ed esclusivo dove il relax diviene un’arte. Sia gli ambienti privati come camere e suites, sia gli ambienti comuni come la Sala Lettura, il Pergolato, la Sala Wellness e la Piscina sono concepiti per coccolare gli ospiti in ogni momento della loro giornata in perfetta armonia con la natura circostante.
Attività presso il Resort in Val d’Orcia Castello Banfi Wine Resort
Il Castello Banfi Wine Resort è la scelta ideale per chi cerca un nido di pace in cui assaporare ogni attimo, ma anche per chi vuole esplorare la Val d’Orcia e le sue bellezze. Per coloro che amano scoprire i segreti nascosti del territorio, il trekking si rivela un’attività emozionante, regalando l’incontro con una natura generosa e fiabesca, ma anche le visite guidate tra vigneti e uliveti diventano momenti di suggestivi che restano impressi nel cuore, sotto la sapiente e attenta organizzazione del nostro Staff.
Trekking e Mountain Bike in Val d’Orcia
Gli amanti del trekking troveranno nel nostro resort in Val d’Orcia in Toscana il luogo perfetto da cui partire per una o più giornate dedicate alla natura incontaminata e alla scoperta delle meraviglie che questa splendida terra ha da offrire. Il Castello Banfi Wine Resort dista infatti pochi chilometri dall’inizio del Sentiero Brunello, un percorso che da Montalcino attraversa i vigneti dalla cui uva nasce un vino così pregiato e famoso, e così profondamente legato al suo territorio. Percorrendo le colline soleggiate tra filari di viti e ulivi antichissimi, gli amanti del trekking potranno ammirare scorci mozzafiato e borghi da favola, o fermarsi lungo il tragitto per una degustazione di vini e prodotti tipici in una delle cantine locali. Il percorso è di circa 8 km (livello facile) e ha una durata di 2/3 ore.
Per chi invece preferisce un’esplorazione più estesa in sella a una bici, il nostro resort in Val d’Orcia organizza tour in Mountain Bike (brand Bianchi) o in bike elettrica con partenza dal resort stesso. Il tour si snoda attraverso luoghi incantevoli per oltre 30 km, ricchi di interesse dal punto di vista faunistico e paesaggistico, che hanno reso la Val d’Orcia patrimonio dell’UNESCO.
Volo in elicottero sulla Val d’Orcia
Ogni angolo della Val d’Orcia è uno scorcio paesaggistico degno di essere immortalato in un’opera d’arte, ma il panorama che si può ammirare sorvolando in elicottero questa regione è uno spettacolo sublime, che lascia senza fiato. Il nostro resort in Val d’Orcia in Toscana offre infatti la possibilità di sorvolare tutta la zona circostante in elicottero, ammirando dall’alto i vitigni e le colline lussureggianti, alla scoperta di borghi nascosti e meraviglie della natura, rivelando nuovi angoli di paradiso riservati agli sguardi privilegiati dei fortunati viaggiatori che prenotano il loro esclusivo tour in elicottero. È compresa nell’esperienza anche una visita alle Cantine Banfi, un pranzo presso il caratteristico Ristorane La Taverna o una cena presso il Ristorante Stellato La Sala dei Grappoli.
Degustazioni in Val d’Orcia
Oltre alla visita e degustazione in cantina, il Castello Banfi Wine Resort offre la possibilità di dedicarsi alla scoperta di un altro tesoro locale nato dalla terra e simbolo della ricchezza enogastronomica di questa zona della Toscana: l’olio extra vergine d’oliva. Organizziamo infatti tour e degustazioni presso un rinomato frantoio locale, situato a soli 15 minuti dal nostro albergo in Val d’Orcia.
L’esperienza, della durata di circa un’ora e mezza, vi porterà a contatto con una realtà produttiva che unisce la saggezza di un tempo e le più evolute tecnologie e che produce prodotti genuini che incantano il palato. Il pacchetto comprende la visita guidata, la degustazione di 3 diversi oli d’oliva qui prodotti e un ricco aperitivo con formaggi, miele, bruschetta e vino Montecucco.

L’arte di abbinare vino e cibo

Esaltare il sapore di prodotti del territorio con il giusto abbinamento di vino è davvero un piacere: scopri i consigli degli esperti di Castello Banfi Wine Resort.
Abbinamento vino e cibo: cosa c’è da sapere
L’abbinamento del vino con il cibo è considerato una vera e propria arte, la massima espressione della creatività gastronomica, che unisce due mondi sensoriali attraverso un incontro di sapori, aromi e consistenze che si fondono in una sinfonia di delizie gustative. Tuttavia, sebbene la soggettività nella scelta del vino giochi un ruolo fondamentale, ci sono alcune regole su come abbinare il vino al cibo che è opportuno seguire per esaltare non solo i singoli componenti, ma anche per godersi l’intera esperienza di degustazione: come un maestro d’orchestra, il sommelier o l’appassionato di vino sceglie attentamente il compagno perfetto per ogni pietanza, cercando l’equilibrio e l’armonia. Ecco cosa c’è da sapere su come abbinare i vini al cibo.
Come abbinare i vini al cibo: indicazioni generali
Nel complesso labirinto rappresentato dal mondo dei vini e dal loro accostamento al cibo, si aprono infinite strade; alcune di esse però sono ben riconoscibili e facilmente percorribili se non si vuole sbagliare l’abbinamento del vino al cibo.
Con gli aperitivi si consigliano vini frizzanti o spumanti, mentre per gli antipasti bisogna tener conto della loro tipologia: i salumi sposano bene diverse tipologie di vino, ma principalmente si preferiscono gli spumanti bianchi, i rossi secchi, fermi e leggeri, mentre per i formaggi l’abbinamento è piuttosto complesso e dipende dalla tipologia di formaggio. In linea generale, con i formaggi a pasta molle si consigliano vini bianchi di media struttura mentre con quelli a pasta dura un vino rosso e corposo.
Riguardo le portate principali, è risaputo che i rossi corposi e intensi si sposano con le carni succulente, che i bianchi freschi e vibranti danzano con i frutti di mare e con gli altri piatti a base di pesce, e che i vini dolci aromatici esaltano i dessert.
Tre principi per l’abbinamento vino e cibo
Ma quali sono i principi che si possono seguire per l’abbinamento dei vini al cibo e che hanno dato origine a queste regole? Le scuole di pensiero sono diverse ma l’Associazione Italiana Sommelier (AIS), si serve principalmente del Metodo Mercadini, basato su tre principi generali:
concordanza
contrasto
tradizione
Seguendo tale metodo su come abbinare i vini al cibo è possibile creare piacevoli accostamenti in grado di esaltare sia il piatto che la bevanda. L’efficacia del Metodo Mercadini consiste nel mettere in primo piano le sensazioni suscitate dal vino e dal cibo, dall’esperienza di degustazione in generale, ma inquadrandole analiticamente nei tre livelli di analisi visiva, olfattiva e di gusto.
Abbinamento vino e cibo per concordanza
L’abbinamento per concordanza esalta l’armonia e l’equilibrio, creando una sinfonia di sapori in perfetto accordo tra loro. Tale principio, infatti, si basa sul trovare affinità tra gli aromi, i gusti e le caratteristiche sensoriali del vino e del cibo. L’obiettivo è creare una combinazione in cui le componenti aromatiche e gustative del cibo si fondano e si completino con quelle del vino, migliorandone reciprocamente l’esperienza sensoriale complessiva.
Dunque, un vino corposo ed elaborato si abbina a piatti altrettanto complessi e a cibi dal gusto deciso e intenso; al contrario, per un piatto dal sapore delicato bisognerà abbinare un vino che sappia accompagnare e non coprire, dunque un vino leggero e non troppo strutturato.
Abbinamento vino e cibo per contrasto
L’abbinamento dei vini per contrasto, secondo il Metodo Mercadini è un’invitante avventura culinaria che esplora le sfumature e le complessità dei sapori, offrendo un’esperienza unica e indimenticabile per il palato.
Si basa infatti sull’idea di bilanciare i sapori opposti tra il cibo e il vino per creare un’esperienza gustativa intrigante, combinando cibi e vini che presentano caratteristiche gustative opposte, come dolce-amaro, grasso-acido o piccante-dolce. Questo principio su come abbinare i vini al cibo può portare a combinazioni sorprendenti, come un vino bianco secco accostato a un piatto di formaggio cremoso o un vino rosso strutturato con tannini decisi abbinato a un dessert dolce e ricco.
Abbinamento vino e cibo per tradizione
Il terzo principio dell’abbinamento vini è quello per tradizione: si sceglie di servire un vino che rientri nella tradizione culinaria, e quindi geografica, della portata principale. Questo metodo sfrutta le sinergie e le tradizioni culinarie locali che si sono sviluppate nel corso del tempo, ed è allo stesso tempo il più semplice e il più apprezzato da seguire.
L’arte di abbinare vino e cibo per tradizione è un tributo alla ricchezza e alla diversità del patrimonio culinario italiano. E la Toscana è uno dei luoghi più indicati per un’esperienza gastronomica di altissima qualità, dove materie prime e ricette della tradizione si incontrano con vini pregiati imbottigliati ad arte per racchiudere tutto il potenziale delle uve accuratamente selezionate.
Un’esperienza di degustazione per approfondire il tema degli abbinamenti tra vino e cibo è sicuramente un ottima soluzione. L’Enoteca, una bottega d’altri tempi situata tra le mura del castello medievale di Poggio alle Mura nei pressi di Montalcino, è il posto ideale in cui lasciarsi guidare dagli esperti sommelier per degustare i migliori vini della regione e scoprire i migliori abbinamenti con i prodotti gastronomici locali.
Per chi vuole godersi un’esperienza di gusto completa, un vero viaggio nella sinfonia culinaria della Toscana, il ristorante La Taverna offre, un’ampia selezione di vini, tutti da abbinare ai piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna dai nostri chef.

Cosa regalare a un amante del vino

Ecco tante idee originali per fare un regalo gradito a chi ama il vino. Scopri le proposte di Castello Banfi Wine Resort.
10 idee regalo per gli amanti del vino
Quando si tratta di scegliere cosa regalare ad un amante del vino, l’obiettivo è sorprendere e deliziare i sensi con doni che catturino l’essenza stessa del vino e della cultura che ruota attorno a esso. Per i non appassionati, la ricerca di regali unici e memorabili potrebbe risultare complicata, ma il mondo dei vini offre un’ampia gamma di possibilità, che vanno dalla classica bottiglia agli accessori da sommelier, fino anche alle visite in cantina o a un’esperienza enogastronomica. Ecco dunque 10 idee regalo per chi non sa cosa regalare agli amanti del vino.
Bottiglia di vino pregiata
Una bottiglia di vino pregiata rappresenta sempre la scelta ideale quando ci si chiede cosa regalare a un amante del vino: oltre ad aggiungere un pezzo di valore alla sua collezione, il dono di una bottiglia può anche essere un’occasione per godersi insieme il regalo e accompagnare con un brindisi l’occasione speciale.
Set di calici da vino
Tuttavia, se non si è esperti o se non si conoscono i gusti della persona per cui state cercando il regalo, può risultare complicato acquistare la bottiglia giusta. Ecco perché, se vi state chiedendo cosa regalare ad un bevitore di vino pur senza essere voi stessi dei provetti intenditori, un’idea regalo sempre di grande effetto è un set di calici da vino. La fascia di prezzo dei calici da vino è molto ampia, per cui è un regalo che può adattarsi facilmente a qualunque tipo di budget, ma con la garanzia di fare un dono sempre molto gradito.
Decanter
Anche con i decanter c’è un’ampia possibilità di scelta: si va dai modelli più tecnologici, i cosiddetti decanter automatici, che aiutano a completare il processo di respirazione del vino in poco tempo, ai veri e propri oggetti di design, perfetti da esporre in sala da pranzo e da utilizzare anche nelle cene più formali.
Accessori per il vino
Oltre a calici e decanter, ci sono anche diversi altri accessori per il vino indispensabili per un intenditore. I kit base comprendono in genere:
un cavatappi di pregio;
un taglia-capsule;
un tappo per il vino;
un versatore;
un termometro per vino.
Ma quando si tratta degli accessori per gli amanti del vino, cosa regalare dipende solo dalla vostra fantasia.
Cantinetta
Non tutti gli appassionati di vino ne hanno una in casa, ma è uno strumento di cui non si può fare a meno: la cantinetta da vino. È l’ideale per chi non ha una cantina vera e propria o un ambiente adatto alla conservazione delle bottiglie più pregiate, non occupa spazio ed è elegante e di design.
Libri sul vino
Interessanti e molto graditi sono anche i libri sul vino, sia che si tratti di manuali di degustazione sia che di libri sulla storia del vino o sugli abbinamenti.
Corso di degustazione
Un’altra idea interessante è un corso di degustazione: questi corsi possono partire dalle basi, come illustrare la scelta del bicchiere, la temperatura di servizio, cosa fare e cosa non fare quando si degusta un vino, oppure possono essere veri e propri percorsi formativi, il primo passo verso l’affascinante mondo dei sommelier, che possono trasformare un amante del vino in un vero e proprio intenditore.
Pernottamento in un wine resort
Numerose sono anche le esperienze a tema vino da regalare ad un appassionato. Tra i regali più apprezzati dagli amanti del vino vi è il pernottamento in un wine resort, come il Castello Banfi Wine Resort, situato nei pressi di Montalcino, un affascinante castello medievale tra le verdi colline della campagna toscana.
Le antiche mura di pietra, le torri maestose e i merli affacciati sul paesaggio da fiaba, ma anche gli interni, splendidamente restaurati, e i luoghi dedicati al relax e al benessere, sono un tripudio di eleganza classica e raffinatezza moderna. Ma quello che rende veramente straordinaria l’esperienza di pernottare in questo wine resort è il suo essere interamente dedicato al relax e al buon vino.
Immersi nella bellezza intatta del paesaggio toscano, gli ospiti possono passeggiare tra i filari di viti rigogliose, respirare l’aria profumata di frutta matura e osservare, nella stagione giusta, anche la pratica della vendemmia.
Visita in cantina
La visita in cantina, come per esempio quella presso Castello Banfi Wine Resort, è un’altra esperienza legata al vino da non lasciarsi sfuggire se si hanno amici amanti del vino: oltre a una degustazione guidata è possibile ammirare l’intero processo di produzione del vino dell’azienda Banfi, che ha unito sapientemente le tradizioni enologiche del territorio alle tecnologie più innovative.
Oltre alla cantina vera e propria, del complesso di Castello Banfi Wine Resort fa parte anche l’Enoteca, una suggestiva bottega toscana, caratterizzata da volte a crociera e mura di pietra secolari, che custodisce una selezione di etichette che rappresentano le eccellenze vinicole della Toscana e non solo.
Pranzo in una ristorante con ottima selezione di vini
Infine, se sei ancora indeciso su cosa regalare ad un amante del vino, c’è la possibilità di offrire un pranzo o una cena presso ristoranti con un’ottima selezione di vini. Presso Castello Banfi Wine Resort si trovano il Ristorante La Sala dei Grappoli (una Stella Michelin), all’ombra di un autentico castello medievale, e il caratteristico ristorante La Taverna, situato sotto le volte delle vecchie cantine del castello. Regalare questa esperienza ad un amante del vino significa offrirgli non solo un’ottima selezione di vini, ma anche prodotti tipici della Toscana preparati a regola d’arte da chef di prima classe.

Cibi tipici toscani: 7 prelibatezze

Non solo fiorentina: scopri le 7 prelibatezze gastronomiche della regione Toscana e dove ti consigliamo di mangiarle.
7 cibi tipici toscani da provare
Nel cuore della lussureggiante Toscana, una terra che incanta con i suoi paesaggi da fiaba e la sua storia millenaria, l’ospitalità è un valore sacro, di cui Castello Banfi Wine Resort si fa da sempre portavoce. Qui, la cultura dell’accoglienza trova la sua massima espressione e i visitatori vengono accolti con professionalità e calore; ma non è solo nell’ospitalità che risiede l’anima della Toscana, bensì anche nel suo tesoro più prezioso: il cibo.
Un tripudio di sapori autentici e genuini, che affonda le sue radici in una tradizione culinaria secolare, rende l’esperienza gastronomica toscana un viaggio per tutti i sensi. Per comprendere appieno le bellezze di questa regione, è dunque essenziale assaggiare almeno uno dei 7 cibi tipici toscani che ne rappresentano l’essenza.
La fiorentina, un grande classico
Ma qual è il cibo più famoso della Toscana? La bistecca alla fiorentina occupa senza dubbio il primo posto nell’immaginario collettivo quando si parla di piatti tipici della Toscana, un primo posto di certo ben meritato. Cucinata ad arte, questa costata di manzo nasconde una tenerissima carne sotto una crosta dorata e croccante. Generosa nella sua porzione e audace nel suo sapore, è frutto di una cottura precisa e attenta, ma anche di ingredienti di primissima scelta, carne selezionata con cura tra il bestiame allevato nelle verdi distese della regione. Si consiglia di accompagnarla con un Brunello di Montalcino, che esalta i profumi della carne e rivela la complessità dei vini rossi della tradizione.
Non solo fiorentina: ecco quali sono le altre golosità della Toscana
Ecco quali sono le altre specialità gastronomiche toscane da provare almeno una volta nella vita.
La ribollita
Rientra a pieno titolo tra i cibi tipici toscani è la ribollita, un antico piatto contadino di verdure fresche, legumi e pane raffermo, che incarna l’essenza stessa della tradizione toscana. Questa zuppa, nata come ricetta contadina tramandata di generazione in generazione, viene oggi rivisitata con l’utilizzo di materie prime a chilometro zero, ma mantiene inalterato il suo spirito. Cotta a fuoco lento per ore, è quasi come un caldo abbraccio per il palato, un caleidoscopio di sapori in cui si riconoscono la dolcezza delle verdure, la pienezza dei legumi e l’aroma inconfondibile delle erbe aromatiche. Accompagnata da un Chianti Classico, il suo sapore robusto si unisce all’intensità dei vini rossi toscani.
La pappa al pomodoro
La pappa al pomodoro, uno dei piatti tipici in Toscana per eccellenza, incarna l’eleganza e la semplicità della tradizione culinaria della regione: è una sinfonia di sapori autentici e profumi mediterranei. Le sfumature rosse dei pomodori maturi si fondono con l’oro dell’olio extravergine di oliva toscano, mentre l’aglio e le erbe aromatiche donano una nota di profondità. L’ingrediente segreto, il pane toscano raffermo, si trasforma in una consistenza morbida e cremosa, avvolgendo la bocca in un abbraccio di piacere.
Crostini e fegatini
E parlando di pane e cibi toscani non si può non menzionare i crostini con fegatini, una delicata preparazione che combina fegatini di pollo, pane croccante e un tocco di aromi. Ogni morso sprigiona un’esplosione di sapori, racchiusi ad arte nella cremosità avvolgente di questo piatto così caratteristico.
Pici (o pinci come vengono chiamati a Montalcino) al ragù
Indimenticabili sono anche i pici al ragù di cinghiale, una pasta fatta a mano, simile a degli spaghetti spessi, condita con un ragù di cinghiale dal sapore inteso e casereccio, ma allo stesso tempo complesso e affascinante.
Prelibatezze toscane particolari
Un posto d’onore tra i piatti tipici della Toscana merita anche il famoso Lampredotto, una specialità a base di trippa di vitello, ricca di sapore e dalla consistenza tenera. Questo taglio di carne, estratto con cura dalla parte dello stomaco dell’animale, diventa il protagonista di un piatto che richiede pazienza e abilità nel suo processo di preparazione. Esso rappresenta un’esperienza culinaria unica per coloro che osano avventurarsi nelle delizie meno convenzionali, ma che sono comunque uno dei cibi toscani per eccellenza.
Infine, per rispondere esaustivamente alla domanda su qual è il prodotto tipico della Toscana più famoso e più consumato anche fuori regione, escludendo ovviamente l’ampia selezione di vini e rimanendo sui cibi toscani, la risposta è: i cantucci con il Vin Santo. Questi biscotti di mandorle croccanti e profumati, perfetti se intinti nel vin santo, sono uno dei dolci più amati in tutta la penisola. L’armonia tra la dolcezza dei cantucci e la ricchezza del vino crea una conclusione perfetta per un pasto toscano.
Cibi tipici toscani al Ristorante La Taverna
Per coloro che desiderano immergersi appieno nella secolare tradizione culinaria toscana, non c’è luogo migliore del Ristorante La Taverna. Situato all’ombra del Castello Banfi Wine Resort, questo tempio del gusto offre un’esperienza unica, dove i piatti tipici toscani sono preparati con maestria e passione utilizzando solo materie prime locali di altissima qualità.
Qui, in un ambiente piacevole e rustico, potrai valutare se optare per un menù con percorso degustazione oppure con antipasti, primi, secondi e dessert alla carta. Il Ristorante La Taverna è il luogo in cui l’ospitalità e la tradizione culinaria toscana prendono vita ad ogni boccone e ad ogni sorso di vino.

Piatti tipici Montalcino: dove gustarli

Ecco quali sono i piatti tipici della zona di Montalcino, come cucinarli e dove gustarli in abbinamento ai vini di qualità del territorio.
Piatti tipici di Montalcino: quali sono e dove gustarli
Il territorio di Montalcino, l’incantevole borgo toscano incastonato tra le colline della Val d’Orcia, racconta una storia antica quanto il suo ricco terreno sul quale crescono i vitigni più pregiati, una narrazione che si riflette anche nelle tradizioni culinarie ed enogastronomiche della zona.
I piatti tipici di Montalcino sono fatti di sapori autentici, che rispecchiano un modo di vivere semplice e tradizionale, profondamente legato al territorio e alle sue eccellenze. Ciascuna ricetta è un viaggio culinario alla scoperta dei prodotti tipici della regione, e ogni borgo o piccolo paese vanta spesso una propria personale rivisitazione delle ricette, rendendo le esperienze culinarie a Montalcino uniche e variegate.
Cosa mangiare in Val d’Orcia?
La Val d’Orcia, dichiarata patrimonio dell’UNESCO, è costellata da piccoli borghi immersi in un paesaggio lussureggiante. Ciascuno di essi è portavoce di una tradizione enogastronomica locale che richiama da sempre turisti da ogni angolo del mondo. Che si parli di antipasti, primi, secondi o dolci, la scelta su cosa mangiare in Val d’Orcia è ampia.
Salumi e formaggi legati al territorio
Tra gli antipasti, una menzione d’onore va riservata al prosciutto di Cinta Senese, dal sapore unico e inconfondibile, simile a quello della cacciagione, e dal caratteristico profumo speziato, perfetto in abbinamento al Brunello di Montalcino.
Anche il Pecorino di Pienza rientra tra le prelibatezze della Val d’Orcia e tra i piatti tipici di Montalcino: fresco o stagionato novanta giorni in barriques di legno di rovere, il suo gusto deciso è influenzato dalle erbe aromatiche di cui si nutrono le pecore, allevate allo stato semibrado.
Primi piatti tradizionali
I primi piatti tipici di Montalcino e della Toscana in generale sono rinomati per il loro gusto intenso e concentrato, ricco dei sapori e dei profumi del territorio, con condimenti a base di carne di cacciagione.
Tra i primi piatti più tradizionali ci sono i pici, una pasta fresca lunga e spessa tipica della tradizione della Val d’Orcia, che si sposano alla perfezione con diversi condimenti (selvaggina, aglione e salse) poiché catturano l’essenza di ogni preparazione grazie alla loro superficie porosa che trattiene sughi e sapori.
Nella terra del Brunello, i pici vengono chiamati “pinci”: i pinci alle briciole sono uno dei piatti tipici di Montalcino più classici da gustare nei ristoranti e nelle taverne del posto, e rappresentano la dimostrazione che lo spirito creativo dei toscani riesce a rendere ricco e gustoso anche un piatto all’apparenza semplice e “povero”. Al tradizionale condimento con aglio, olio e peperoncino, si aggiungono infatti briciole di pane toscano tostato o raffermo, che aggiungono un pizzico di sfiziosità e sorpresa all’interno del piatto.
Molto più elaborati sono i tortelli alla Mugellana, una delle ricette tipiche di Montalcino più apprezzati della regione, soprattutto se accompagnati da una bottiglia di Brunello di Montalcino. Questi particolari tortelli, preparati con la pasta fresca, sono ripieni di patate aromatizzate con formaggio, prezzemolo e aglio, e si sposano alla perfezione con condimenti ricchi a base di carne, come il ragù di cinghiale.
I secondi piatti tipici
Un altro grande classico della cucina toscana da gustare a Montalcino è il peposo, uno stracotto tenerissimo immerso in una salsa densa e speziata, dal sapore antico, come quella della tradizione, che cuoce lentamente per quasi tre ore all’interno di un tegame di rame. Il peposo si accompagna di solito con pane toscano e Brunello di Montalcino.
Anche lo stufato alla Sangiovannese è un altro dei piatti tipici di Montalcino legato alla tradizione “povera” e operaia: questo stufato viene preparato con diverse spezie come zenzero, chiodi di garofano e cannella, e ogni famiglia montalcinese tramanda di padre in figlio il proprio mix di spezie perfetto.
Dolci della tradizione
Panforte, amaretti e ricciarelli sono i dolci più amati nella regione e sono legati alla storia e alle tradizioni locali. Infatti, per risalire alla più antica ricetta del panforte, un tempo appannaggio esclusivi di nobili e aristocratici, bisogna andare a ritroso nel tempo fino all’anno Mille.
La versione “bianca” che si gusta attualmente in tutta la provincia di Siena risale invece alla visita della regina Margherita del 1879 a Siena, in occasione della quale i senesi realizzarono un panforte più delicato coperto di zucchero vanigliato.
Dove mangiare a Montalcino
Questo viaggio alla scoperta dei piatti tipici e delle ricette di Montalcino non può che terminare con una domanda: dove mangiare nei pressi di Montalcino?
La Taverna
Uno dei luoghi più caratteristici dove mangiare nei pressi di Montalcino è il Ristorante La Taverna, situato tra le colline che circondano l’incantevole Castello Banfi Wine Resort. Il ristorante è stato progettato nelle antiche cantine del castello medievale e arredato in stile tradizionale toscano, con tavoli in legno, bottiglie pregiate in esposizione e volte in mattoni, per un ambiente rustico e confortevole.
L’atmosfera che si respira è quella di un’accogliente taverna d’altri tempi dove poter gustare in compagnia di amici e famiglia i piatti tipici di Montalcino accompagnati dall’ottimo vino firmato Banfi.
La cucina offre agli ospiti i piatti della tradizione montalcinese e toscana, tra cui la guancia di maialino brasata al Moscadello con zucca, polenta e jus alle prugne o il raviolo ai porcini dell’Amiata, con crema di ceci e polvere di Cinta Senese, utilizzando solo ingredienti freschi e genuini, a km0, che esaltano l’autenticità dei sapori del territorio e regalano un’esperienza enogastronomica da provare almeno una volta.
La Sala dei Grappoli
Cenare al Ristorante La Sala dei Grappoli, sempre presso Castello Banfi Wine Resort, è invece come intraprendere un viaggio attraverso i sapori della Toscana, rivisitati dallo chef Domenico Francone e dal suo team. Le materie prime locali sono utilizzate ad arte per creare menù stagionali che regalano agli ospiti un’esperienza indimenticabile, grazie anche alla migliore selezione di vini Banfi.
Il ristorante gode di una sala interna raffinata e unica, con travi in legno a vista e pareti affrescate da voluttuosi grappoli verdi e oro, e di una terrazza esterna, all’ombra del castello e con vista sul paesaggio mozzafiato delle colline toscane.